Macerata, la denuncia di un paziente: «Cataratta? Fino a due anni d’attesa. Violato il diritto alla salute»

La protesta: «Da sei a dieci mesi per la visita, poi altrettanti per l’intervento»

Macerata, la denuncia di un paziente: «Cataratta? Fino a due anni d’attesa. Violato il diritto alla salute»
Macerata, la denuncia di un paziente: «Cataratta? Fino a due anni d’attesa. Violato il diritto alla salute»
di Giulia Sancricca
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Mercoledì 28 Febbraio 2024, 03:45 - Ultimo aggiornamento: 15:43

MACERATA «Da uno a due anni per essere operati alla cataratta. Così viene vanificato il diritto alla salute». L’appello a Governo e Regione affinché si trovi una soluzione alle liste d’attesa per il Servizio sanitario nazionale arriva da un utente del Maceratese che, in una lettera firmata, racconta la sua storia. «Ci sono condizioni patologiche di particolare gravità e allarme sociale - dice -, nei confronti delle quali i governi centrale e regionale mostrano un totale cinico disinteresse. Ciò forse perché i pazienti che maggiormente ne soffrono, gli anziani, non hanno voce né rappresentanza da parte di nessun partito politico». 

La patologia

Il paziente fa riferimento, appunto, alla cataratta: «In provincia di Macerata, dove io risiedo, è necessario, una volta accertata la malattia, chiedere l’inserimento nell’apposita lista ospedaliera per essere ammessi, in un tempo variabile da 6 a 10 mesi, a una visita di controllo. Dopo averla effettuata, lo specialista fisserà la data dell’intervento entro i 6-12 mesi successivi. In altre parole - sottolinea il paziente - volendo ricorrere al Servizio sanitario nazionale, occorreranno, a seconda dei casi, da uno a due anni per essere operati. Non diversamente accade ad Ancona dove, come da mia indagine, la prenotazione per una visita finalizzata di controllo all’ospedale di Torrette è possibile dal mese di settembre 2024, mentre nessuno ha saputo indicarmi l’epoca dell’eventuale intervento».

La critica

L’utente riporta la sua storia per evidenziare come «l’entità biblica di tale attesa vanifica il principio fondamentale di cui all’articolo 32 della Costituzione (La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo).

A fronte di tale diritto c’è l’obbligo dello Stato e della Regione a predisporre, tramite un’organizzazione sanitaria idonea, le prestazioni per realizzarne il godimento effettivo». È per questo che il cittadino ha anche scritto alla Regione invitando il presidente Francesco Acquaroli e l’assessore Filippo Saltamartini «a porre in essere immediatamente ogni attività e iniziativa per consentire a me e a chiunque si trovi nelle condizioni descritte, di essere curato tramite il Servizio sanitario nazionale in tempi adeguati alla gravità della patologia, al rispetto del paziente e del dettato costituzionale. Finora nessuno mi ha degnato di risposta». L’allarme lanciato dall’utente riguarda una patologia che interessa la percentuale maggiore del volume di attività di un reparto di oculistica ospedaliero. È anche per questo che il paziente - al di là dei tempi d’attesa che possono essere simili in altre regioni - pone l’accento sulla necessità di trovare una soluzione ad ampio raggio che permetta a tutti fi godere del diritto alla salute.

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