Macerata, blitz in una casa di corso Cairoli: sequestrati 46 chili di hashish. Arrestati pusher e cliente. Accanto al letto c'era una pistola armata

Nell'abitazione anche 411 grammi di marijuana e 10 grammi di cocaina

Macerata, blitz in una casa di corso Cairoli
Macerata, blitz in una casa di corso Cairoli
di Benedetta Lombo
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Giovedì 4 Aprile 2024, 02:50 - Ultimo aggiornamento: 18:32

MACERATA Blitz in un appartamento in corso Cairoli i carabinieri trovano 46 chili di hashish, 411 grammi di marijuana e 10 grammi di cocaina. Accanto al letto una pistola Beretta, armata e perfettamente funzionante. È finito in carcere Riccardo Pistola, 22enne maceratese già noto alle forze dell’ordine. In manette anche un 24enne ragusano d’origine ma residente a Fabriano, Dario Damiano Viviano, aveva appena acquistato da Pistola 150 grammi di hashish. 

L’indagine

L’indagine, che ha portato al sequestro di droga più consistente avvenuto negli ultimi anni, era partita da qualche tempo ma nell’ultima settimana l’attività dei carabinieri del Nucleo investigativo del Reparto operativo provinciale si era fatta più stringente. Individuato il palazzo in cui il 22enne viveva, i militari hanno effettuato continui servizi di osservazione e pedinamento poi martedì notte sono entrati in azione insieme ai colleghi del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Macerata. Dopo aver visto un giovane entrare e uscire da quell’abitazione, per i militari non per caso, lo avevano pedinato a distanza e quando con l’auto è arrivato in viale Leopardi, una pattuglia del Norm gli ha intimato l’Alt. Alla guida c’era il fabrianese che è stato perquisito, nascosti negli slip aveva due panetti di hashish del peso complessivo di 150 grammi che aveva appena acquistato dal 22enne. A quel punto è scattato il blitz in corso Cairoli. I militari del Nucleo investigativo sono entrati nell’abitazione di Pistola e hanno cercato ovunque trovando ben 46 chili di hashish suddivisi in panetti, 411 grammi di marijuana suddivisi in quattro involucri di plastica, 10 grammi di cocaina purissima e 1.620 euro in contanti ritenuti essere provento dell’attività di spaccio. In casa c’erano anche tre bilancini elettronici di precisione, quattro cellulari con Sim attive, ma soprattutto, nascosta accanto al letto, c’era una pistola Beretta, modello 35, calibro 7,65, pronta all’uso, con 23 cartucce, abusivamente detenuta.

La pistola, molto simile alle armi in dotazione ai carabinieri ma più piccola, non di fabbricazione recente ma perfettamente funzionante è stata sequestrata, saranno eseguiti accertamenti per risalire alla provenienza dell’arma attraverso il numero di matricola. Dalla stima fatta dagli inquirenti la droga sequestrata avrebbe fruttato guadagni non inferiori a mezzo milione di euro. Pistola è stato condotto in carcere a Montacuto (Ancona) in attesa della fissazione dell’udienza di convalida dell’arresto. È difeso dall’avvocato Caterina Ficiarà. L’acquirente, invece, dopo aver trascorso la notte nelle camere di sicurezza del comando provinciale, ieri mattina è stato condotto in Tribunale dinanzi al giudice Domenico Potetti e al pubblico ministero Stefania Ciccioli.

L’udienza

Difeso dall’avvocato Andrea Rosati il 24enne si è avvalso della facoltà di non rispondere poi ha patteggiato un anno, otto mesi e 4.000 euro di multa ed è tornato in libertà. Ulteriori approfondimenti saranno svolti dai carabinieri del Reparto operativo guidato dal tenente colonnello Massimiliano Mengasini per ricostruire la fitta rete dei contatti di Pistola e per delineare gli ambiti entro i quali avveniva lo spaccio, i canali di rifornimento e il giro della clientela. Un plauso all’operato dei militari del Nucleo investigativo è arrivato dal comandante provinciale, il colonnello Nicola Candido: «Hanno operato in una zona fortemente trafficata senza dare nell’occhio riuscendo a individuare prima il palazzo e poi l’appartamento dove il 22enne viveva. L’attenzione del comando provinciale nel contrasto a questa tipologia di settore criminale è sempre alta. A preoccupare è soprattutto la diffusione del fenomeno tra i giovani, ma noi ci siamo».

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