Fare il mestiere del sarto è sempre più difficile. Un po' i costi legati alla bottega, un po' il mercato, con la moda mordi e fuggi che spesso nel breve periodo fa risparmiare rispetto a una riparazione, ma a quale prezzo per l'ambiente non si sa. Certo è che trovare una persona disposta a rammendare a prezzi competitivi è diventato sempre più complesso. E così anche Margherita Viel ha appeso, per modo di dire, l'ago al chiodo, abbassando la saracinesca che per due anni è stata aperta in calle de l'Aseo a Cannaregio.
Le motivazioni
A novembre ha detto basta, ma non a causa dei costi, il motivo sta invece nel poter convogliare le proprie energie nel solo lavoro: «Ho chiuso a novembre, gli affari andavano, i clienti erano tanti, in alcune giornate arrivavo a prendere anche una trentina di lavori. Però poi bisognava farli. E tra il negozio, i clienti e tutto, diventava difficile conciliare le varie esigenze». Forse l'errore non è venuto da lei, perché bisogna pur arrivare a fine mese.
I rimpianti
«Mi sono chiesta più volte dove sbagliassi, forse servivano più persone, con una di loro dedicata alla clientela. Però se ci si pensa bene, è difficile vedere un ciabattino o un sarto ricco. Che si arranchi è forse nella natura del mestiere». La scelta di dire addio al negozio, comunque, non crea grandi rimpianti: «Forse la cosa che mi manca di più è il contatto con le persone che erano carine con me, avevo un affitto normale, distante da quelli che si sentono sparare in città, ma a ben vedere anche le figure di sarto o sarta sono rimaste poche».
La concorrenza
C'è infatti il cinese che lavora a San Marco, l'afghano in zona Cannaregio, però, vuoi per una ragione, vuoi per l'altra, in città stanno sparendo anche questi mestieri: «I negozi di tessuti mi pare offrano servizi di sartoria, che è un bel mestiere».
Cosa fa oggi
C'è poi la componente artistica: «La soddisfazione è anche nel lavoro creativo e nella riuscita della riparazione». Ora che non ha più il negozio, Viel ha mantenuto però la partita Iva: «Qualche lavoretto lo faccio comunque, su appuntamento posso concentrarmi meglio e poi posso lavorare anche per gli eventi pubblici o privati, collaborando anche con il mondo del cinema o del teatro, mi permettono di esprimere la creatività».