Da vigile urbano a mestro di arti marziali: «Il liscio megli dei Beatles ma poi fui stregato dal judo»

Ascoli, da vigile urbano a mestro di arti marziali: «Il liscio megli dei Beatles ma poi fui stregato dal judo»
Ascoli, da vigile urbano a mestro di arti marziali: «Il liscio megli dei Beatles ma poi fui stregato dal judo»
di Francesca Gironelli
4 Minuti di Lettura
Lunedì 16 Ottobre 2023, 12:59

ASCOLI - Curiosità, astuzia e disciplina sono tre parole che potrebbero disegnare in maniera netta la figura di Mauro Martini. Fin da giovane non ha mai amato il clamore e le goliardate. Però la voglia di conoscere e quella di capire come funzionano le cose a volte lo hanno messo in situazioni al limite dell’incolumità: «La curiosità mi ha sempre stimolato, anche nell’osservare la quotidianità - spiega Mauro, raccontando un episodio che ha dell’incredibile - e mi sono cacciato in un bel guaio, un giorno, andando con mia madre a fare la spesa. Aveva comprato del formaggio - prosegue Mauro - per farlo grattugiare: io ero attratto dal funzionamento del macchinario utilizzato, la grattugia che ruotava a velocità altissima ma che rimaneva nascosta. Quella volta, appena la signora al banco spense l’interruttore io misi la mano sotto per sentire cosa ci fosse. Solo che la grattugia stava ruotando ancora a velocità elevata. Mi sono quasi tranciato del tutto due dita. Le urla delle signore presenti che vedevano il sangue mi dissero che ero nei guai. Io non avevo avvertito subito nulla. Andai a casa e, siccome non era come oggi con mezzi, ospedali e sale operatorie, mio padre risolse con una canna, polvere di penicillina e fasciatura: fece un capolavoro e riebbi le mie dita risanate!». 

 

Nella loro casa nel quartiere di San Filippo e Giacomo, allora periferia cittadina, papà Vincenzo e mamma Annita ne avranno viste delle belle con il loro figlio minore. E l’intraprendenza giovanile non ha mai abbandonato Mauro: allevando canarini riuscì a guadagnare i soldi per la bicicletta: «Con 70 mila lire me la comprai e poi, sempre lavorando, quando fui più grande presi la Vespetta e poi l’auto. A casa c’era solo lo stipendio di mio padre e io mi sono dato da fare». A 15 anni Mauro inizia a praticare judo, ma l’insegnante quando lo vide per la prima volta disse alla mamma che non lo avrebbe fatto combattere subito perché piuttosto gracile: «Io me la presi e ho indirizzato quella stizza verso la costanza dell’allenamento. Ma una cosa forse non era chiara a quell’insegnante: il judo non è uno sport di forza, ma di intelligenza. Si sfrutta la spinta e l’energia cinetica dell’avversario, è uno sport di difesa e non di attacco. Ci vuole concentrazione - spiega Mauro - e disciplina ferrea». E detto da un insegnante che ha avuto davanti migliaia di praticanti ad Ascoli non ci sono dubbi sull’efficacia di questa impostazione. Infatti, in tre anni, il Mauro adolescente fa passi da gigante, tanto che gli chiedono di lasciare l’agonismo e provare ad andare all’accademia nazionale per insegnare. 
 
A vent’anni, il ragazzo che ai Beatles preferiva il liscio, diventa insegnante di judo: nel pomeriggio sette ore in palestra e poi i turni di notte alla Manuli. «Ho provato tutti gli sport, anche mentre facevo judo - racconta Mauro - perché ero curioso e volevo provare».

Tanto tempo per lo sport e non solo: per la sua Porta Romana è stato arciere nella Quintana. Anche a scuola era dedito allo studio: «Facevo la mia parte! Non sono stato mai un secchione ma andavo discretamente bene. Mi piacevano tanto le materie come chimica e biologia».

Era un tipo di cui ci si poteva fidare, tanto che un insegnante delle medie, durante la lezione, lo mandò a cercare le canne lungo il fiume per trovarne una abbastanza lunga per arrivare pure all’ultimo banco: «Perché a quell’epoca le prendevamo di bacchettate! Mi diede pure un coltello a serramanico per tagliare la canna. Una cosa che oggi sarebbe impensabile».

Mauro è anche oggi una persona concentrata sul presente che prende il meglio dal passato e pensa di dare il meglio nel futuro: «A settembre sono ripartiti per il secondo anno i corsi di judo: sono tornato ad insegnare, gratuitamente, con la Uisp. Vorrei che questa disciplina si sviluppasse ad Ascoli come ai miei tempi». E ai giovani di oggi dà un consiglio da sottoscrivere: «Amare la conoscenza e studiare, perché si può fare anche il muratore ma farlo con gli studi alle spalle sarà sempre diverso». Perché è il punto di vista che cambia, quello interno verso il mondo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA