Un avvocato, un monaco e tanti altri volontari fanno la spola con la propria auto dall'Italia ai confini con l'Ucraina per portare aiuti, ma anche per mettere in salvo donne e bambini che fuggono dalla guerra. Oggi Graziano Benedetto, avvocato, si metterà in viaggio da Guardiagrele, in Abruzzo, verso la frontiera tra Ungheria e Ucraina. «Basta con le chiacchiere, farò tutto ciò che è necessario per aiutare gli ucraini» racconta al Messaggero. E allora ha riempito la sua auto, una Ravon, di generi alimentari e beni di prima necessità e stasera partirà da Guardiagrele, in provincia di Chieti, diretto verso la frontiera tra l'Ungheria e l'Ucraina. Benedetto, 51 anni, sposato con una ucraina, è avvocato di riferimento dell'ambasciata italiana in Ucraina e assistente alla Corte Penale Internazionale per l'Ucraina. Ha lo studio a Kiev e abita a Poltava. Era tornato in Italia una settimana fa. «Lascerò l'auto in territorio ungherese, attraversò a piedi la frontiera e aiuterò chi sta aspettando da giorni di poter lasciare l'Ucraina». Dopo aver distribuito i beni «tornerò in Ungheria, farò di nuovo rifornimento e ricomincerò a distribuire i beni a chi sta in macchina affamato, senza nulla». Con lui ci sarà anche la moglie. «Chiederò all'ambasciatore ucraino a Roma - aggiunge - un pezzo di carta per entrare e uscire liberamente alla dogana».
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«È in viaggio già da qualche ora padre Orest Kozak» racconta Alina Pryshlyakivska, 47 anni, una delle organizzatrici dei pullman che in questi giorni partono da Roma per riportare a casa i connazionali.
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