Ronconi e Wilson, dalla letteratura al teatro
con Gombrowicz e Kharms

Ronconi e Wilson, dalla letteratura al teatro con Gombrowicz e Kharms
di Rita Sala
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Sabato 29 Giugno 2013, 13:10
SPOLETO - Non credo in una filosofia non erotica. Diffido del pensiero asessuato. Witold Gombrowicz, scrittore polacco morto a Vence nel 1969, non era animato dall’imperativo sentimentale make love not war, bensì da raffinate pulsioni da trasformare in letteratura. Luca Ronconi ha scelto un suo romanzo del 1958-60, Pornografia, per farne materia teatrabile e metterlo in scena al Due Mondi. Lo spettacolo, interpreti Riccardo Bini e Paolo Pierobon, debutterà il 6 luglio al teatro di Bevagna, uno spazio cooptato per la prima volta dal Festival dove il regista sta ultimando le prove dopo lunghe sessioni con gli attori al Piccolo di Milano (coproduttore dell’evento) e nell’eremo di Santa Cristina. La vicenda. Polonia, 1943.



Due signori di una certa età, Witold e Federico, incontrano una coppia di adolescenti che sembrano reciprocamente attratti, ma non danno segno di accorgersene. Ciò indispone i due osservatori, che usano ogni mezzo per spingerli l’uno nelle braccia dell’altro.



LUCA

Dice Ronconi: «Non è certo uno scontro tra vecchi e giovani. Il rapporto che si crea tra Witold e Federico da una parte, Carlo ed Enrichetta dall’altra, è qualcosa di molto più sottile, qualcosa di profondo, per nulla legato al gap generazionale. I due adulti semplicemente aggrediscono e triturano la giovinezza altrui, non perché rimpiangano la propria o siano inteneriti dai ragazzi, ma solo per distruggere. Quanto a perversione, sono chiaramente voyeurs. E qui la pornografia si esprime quando Wiltold e Federico (in realtà sono la stessa persona) leggono le lettere che si sono inviati reciprocamente, rivelando desideri, propensioni, perversioni. Gombrowicz ci offre, in fondo, una confessione, un diario intimo».



BOB

Altra grande firma della scena internazionale presente (e fedele) al Due Mondi, è Bob Wilson. Che ha provato fino a pochi giorno fa in loco e tornerà a Spoleto il 12 luglio, per il debutto al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti di ritorno dal festival di Manchester. Il texano mette in campo un’accoppiata formidabile: Michail Baryshnikov e Willem Dafoe. Testo, The old woman, del russo Daniil Kharms. Kharms, da noi non proprio notissimo, è nato a San Pietroburgo nel 1905. Fu perseguitato dal regime stalinista per gran parte della sua vita. Arrestato e imprigionato, venne infine ucciso dai soldati sovietici in un gulag. Vita lampo, scritti di poco più di un paragrafo. L’unica eccezione è appunto The old woman, una novella piena d’ombre e di sensi politici scritta negli anni Trenta: il suo capolavoro. «Kharms era un artista solitario, coraggioso, troppo avanti per il realismo sovietico del suo tempo», dice il russo Baryshnikov. E Wilson, sul testo: «Siamo tra Beckett e Ionesco». Guarda caso, anche lui come Ronconi ha scelto pagine di letteratura al posto di una pièce già strutturata per la scena. E dà un’idea del clima illogico e atemporale dello spettacolo consegnando agli spettatori qualche frase di Kharms, qualche atmosfera: «Una vecchia signora è in piedi nel cortile e regge in mano un orologio da parete. Passando davanti alla vecchia, mi fermo e le chiedo: che ore sono? Guardi lei stesso, ribatte la vecchia. Allora guardo e vedo che l’orologio non ha le lancette...».
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