Massimo Boldi non ha mai pensato che, arrivato a fine carriera, avrebbe avuto difficoltà a fare film. L'attore ha raccontato l’Italia con i cinepanettoni, ma «i grandi comici a un certo punto della carriera svoltano, a me non è successo perché ho continuato a far ridere fino a 75 anni». Massimo Boldi si è così raccontato nelle ultime ore, partendo dagli esordi della sua carriera e dal suo rapporto con la spalla storica Christian De Sica ad oggi.
Le parole di Massimo Boldi
«Non sono innamorato oggi, sono rimasto vedovo 20 anni fa e ho avuto degli amori importanti - ha raccontato Massimo Boldi in un'intervista al Corriere della Sera -.
La carriera
All’inizio della sua vita, racconta, ha fatto molti lavori «tra cui il venditore di Buondì Motta. Lavoravo per l’agenzia Trappini e finiva che a cena a casa mia si mangiava caffe latte e Buondì. Non avevamo una lira, dopo la morte di papà io dovevo badare ai fratelli». «Sto iniziando a fare un resoconto, perché gli anni passano e con loro passa anche il mondo, una vita, e faccio anche i conti con quello che non mi aspettavo - ha sottolineato Massimo Boldi-. La cosa che mi aspettavo è che arrivato a fine carriera avrei avuto difficoltà a fare un film, il film che vorrei quantomeno. Per il resto sono felice: il rapporto con le figlie e i nipoti è straordinario, ho una bella famiglia».
L'amicizia con Christian De Sica
«Siamo amici, chi dice che abbiamo litigato mente, siamo in ottimi rapporti, abbiamo solo intrapreso delle strade diverse - ha spiegato l'attoore -. Avevamo proposto a Paolo Virzì un film dal titolo “Morti dal ridere”, i protagonisti muoiono, ma io e Christian riusciremmo lo stesso a far ridere...».
Il rapporto con Silvio Berlusconi
Tanta stima. Questo è quello che sente Boldi quando ricorda Silvio Berlusconi. «Lui è più simpatico di me - ha spiegato Massimo Boldi -. Inarrivabile. Si, l'ho tradito per la Rai. Ci aveva presentato Bettino Craxi dicendomi: “Sarà la tua fortuna”. E così fu: ci siamo stati subito simpatici. Nel 1986 sono scappato da Fininvest per fare Fantastico con Adriano Celentano: mi hanno fatto causa, ho perso e mi hanno condannato a pagare 2 miliardi e mezzo. Quando sono tornato, Berlusconi mi ha perdonato: “Mi devi 2 miliardi e 500 mila risate”».