Lotta alla droga, la comunità La Speranza con Ama Aquilone: «Dai noi anche i cinquantenni»

Lotta alla droga, la comunità La Speranza con Ama Aquilone: «Dai noi anche i cinquantenni»
di Nicola Baldi
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Mercoledì 14 Luglio 2021, 09:47

SANT’ELPIDIO A MARE - Si è aperto da qualche giorno un nuovo capitolo per l’associazione La Speranza, che ha completato la fusione per incorporazione, entrando a far parte di Ama Aquilone. Un passaggio importante nel terzo settore, teso a costruire una cooperativa sociale di maggiori dimensioni, in grado di gestire al meglio le sollecitazioni del territorio fermano ed ascolano.

Ama è una delle realtà sociali più presenti nel sud delle Marche. La fusione, come sottolinea la direttrice della Speranza, Isabella Sandroni, «è nata dalla conoscenza tra queste due realtà e soprattutto da un’esperienza condivisa nei tavoli di coordinamento del territorio. La Speranza è da anni un punto di riferimento per il superamento della dipendenza da stupefacenti. Un percorso multifattoriale, fatto di progressiva autonomia, responsabilizzazione, fino alla graduale reintegrazione nel tessuto sociale. Un campo nel quale gioca un ruolo prezioso anche la sensibilizzazione della cittadinanza». «Le sinergie nel terzo settore sono fondamentali – osserva il presidente di Ama Aquilone, Francesco Cicchi – quando si ha una visione, unire le forze diventa fisiologico, per prendere e dare il bene, anzi il meglio. Operiamo in un settore delicato e le richieste di accoglienza sono sempre molte. Restiamo in ascolto, cerchiamo soluzioni ed opportunità che possano essere di supporto alle fragilità delle persone».

Sono passati oltre 30 anni dalla nascita de La Speranza, fondata nel 1990 dalla sociologa Bianca Rosa Tosoni. La comunità, nelle campagne che costeggiano il Chienti, è accreditata dalla Regione e convenzionata con Asur. Ospita ad oggi 27 persone tra 18 e 50 anni, tossicodipendenti e poliassuntori, sia con che senza obblighi giudiziari, drug-free inviati dai servizi territoriali di dipendenze patologiche marchigiani e di altre zone d’Italia. La comunità si è caratterizzata per un percorso terapico realizzato grazie agli interventi assistiti con gli animali, ha un maneggio di eccellenza, aperto al pubblico e gestito da istruttori certificati. «Ippoterapia ed onoterapia sono state impiegate per i ragazzi nel percorso di comunità – puntualizza il responsabile del progetto Pierluigi Riccioni – aiutare l’istruttore, mettersi in relazione con gli animali crea un impatto importante, si utilizzano canali diversi dal linguaggio verbale. Il triangolo tra istruttore, animale e ragazzi facilita la terapia». Così, Casa La Speranza si prepara ora a vivere nuove opportunità in un disegno di crescita in cui la persona è protagonista delle politiche sociosanitarie.

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