PORTO SANT'ELPIDIO - “Koko infame” e “Magreb a fuoco”. Con queste frasi spruzzate ovunque con lo spray si è svegliato il centro. Scritte sui muri, sulle serrande abbassate dei negozi in via Cesare Battisti, sulle pareti della stazione. Parole d’odio firmate con il tag “Oze” che sarebbe un tossicodipendente conosciuto in zona. Gli sfregi sarebbero da intendersi come una rivalsa contro lo spacciatore del centro, un magrebino chiamato Koko.
Non è da escludere un regolamento di conti e a questo porterebbero le prime indagini dei carabinieri. I militari sono stati in sopralluogo nella notte tra sabato e domenica e la mattina seguente sono tornati in via Battisti. Le indagini sono a buon punto. Sono state visionate le telecamere della zona. Un abituale cliente di Kokp lo potrebbe aver preso di mira, ma potrebbe anche essere un rivale a volergli fare la guerra. Si comincia con la bomboletta spray e chissà dove si va a finire. Le scritte marcano il territorio, questo è evidente. Si capisce che non c’entra il tifo da stadio, non sono burloni e vandali da due soldi.
Potrebbe essere, invece, il classico regolamento di conti. Un’intimidazione. Ci sono i numeri: 1312. Tradotti con le lettere dell’alfabeto si leggono con l’acronimo a.c.a.b. che indica “all cops are bastards”. Ci sta che un tossicodipendente o uno spacciatore odiano le forze dell’ordine e schizzano il motto degli skinhead diventato richiamo universale alla guerriglia in strada. Il sindaco Nazareno Franchellucci è scatenato su Facebook: «Ecco come si è svegliata via Battisti! Credo che ogni parola sia superflua! Ma è proprio meritata… vergognatevi! Guarderemo ogni telecamera pubblica e privata per capire chi è stato l’autore di questo scempio e di chi è questa totale mancanza di rispetto per la città, i residenti e i commercianti».
Dice di essere in contatto «con una ditta specializzata per rimuovere tutto già questa settimana».
Se ci fosse recidiva, la pena aumenterebbe da tre mesi a due anni di reclusione o la multa arriverebbe a diecimila euro. Sul social sale la febbre: «Il peggio deve venire!» si legge e ancora «ma dove siamo arrivati?». C’è l’invito alla gogna «una volta trovato l’autore rendere pubblica l’identità» e la richiesta di punizioni severe perché «la noia e la stupidità non autorizzano la mancanza di rispetto per le cose altrui».