Sigilli a un bar, protesta la titolare
"Mancati incassi, vogliamo riaprire"

Sigilli a un bar, protesta la titolare "Mancati incassi, vogliamo riaprire"
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Martedì 27 Maggio 2014, 16:21 - Ultimo aggiornamento: 30 Maggio, 10:39
PORTO SANT'ELPIDIO - "Il bar deve riaprire": l'appello di Nunzia Punzo, 36 anni, titolare del bar Dolce Vita in piazza Garibaldi. "Devo guadagnare il pane per i miei due figli", continua la donna. Nunzia vuole lavorare, non si dà pace da quando hanno messo i sigilli al locale in centro, venerdì 23 maggio. Su La Dolce Vita pendeva l'ordinanza di inquinamento acustico firmata dal sindaco il 12 maggio. Disposizione in cui si chiedeva la sospensione dell'attività sonora dalle 21 alle 8, fino al 22 maggio. Scaduta l'ordinanza il 23 maggio, puntuale, è arrivata la disposizione del Tribunale di Fermo: sequestro preventivo.



Ora il locale è chiuso. Quando riaprirà? Nunzia non lo sa. La donna si è rivolta a un avvocato, ma il legale è una spesa spiacevole da sostenere per un'imprenditrice che, se non lavora, non incassa. "Ho bisogno di riaprire il bar, per me e mio marito è la nostra sola fonte di sostentamento. La musica in questo momento è l'ultimo pensiero, se avremo l'opportunità di rifare il karaoke bene, altrimenti andremo avanti senza. Non si può bloccare tutto il resto: bar, gelateria, ristorazione, facciamo anche primi piatti".
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