Schianto mortale con la moto: la vita di Ciro spezzata a soli 23 anni

Schianto mortale con la moto: la vita di Ciro spezzata a soli 23 anni
Schianto mortale con la moto: la vita di Ciro spezzata a soli 23 anni
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Mercoledì 13 Maggio 2020, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 10:51
PORTO SAN GIORGIO  - «Un dolore dilaniante, irrecuperabile, incomprensibile. Una tragedia senza senso che non doveva avvenire. Dobbiamo salutare un amico, un fratello, un volontario, Ciro dal cuore grande, dagli occhi buoni e onesti. Mancherà sentire la tua voce e il rombo della tua amata moto che annunciava il tuo arrivo». Parole degli amici della Croce Azzurra. Uno dei tanti messaggi che ieri hanno salutato Ciro Matrullo, il 23enne camionista e volontario morto lunedì sera, dopo essere volato contro un paletto della segnaletica stradale mentre percorreva viale XX Settembre.


 
Una fine imprevedibile, per quel ragazzo che di chilometri ne macinava tanti: per lavoro, a bordo del suo camion, per passione, in sella alla Yamaha. Eppure quel rettilineo percorso chissà quante volte, distante una manciata di minuti da casa, l’altra sera gli ha riservato un destino crudele. Mancavano pochi minuti alle 20, Ciro viaggiava in direzione sud, stava rincasando. All’improvviso una sbandata, il volo a terra, la moto che striscia per decine di metri, l’impatto fatale contro un palo della segnaletica stradale. A dare l’allarme un automobilista. La corsa di ambulanza ed automedica, il tentativo disperato di rianimarlo ed il trasporto al pronto soccorso di Fermo, poi la resa. Ciro è morto praticamente sul colpo.

Dramma nel dramma, è toccato soccorrerlo ai militi della Croce Azzurra, amici e colleghi con cui condivideva abitualmente turni di lavoro e che invece, ieri, lo hanno trovato esanime. Com’è potuto accadere? Tocca alla polizia stradale chiarire la dinamica. Un tratto senza particolari pericoli, quello della tragedia, non molto trafficato e con una buona visibilità, dato che non era ancora buio. Eppure Ciro, improvvisamente, ha perso il controllo ed ha avuto la sfortuna di centrare in pieno quel palo metallico. Sarebbe bastata una traiettoria diversa di solo qualche centimetro e con ogni probabilità se la sarebbe cavata. La strada è rimasta chiusa al traffico in entrambi i sensi durante i rilievi del sinistro. La salma del giovane si trova ora all’obitorio di Fermo, in attesa dell’ispezione cadaverica e del nulla osta ai funerali, che non potranno accogliere più di 15 familiari. Una famiglia arrivata da tanti anni a Porto San Giorgio, i Matrullo. Originari di Napoli, vivevano da tempo nelle Marche, Ciro aveva frequentato l’Ipsia Ricci a Fermo, per poi iniziare a lavorare e dedicarsi all’attività di camionista.


Lascia il padre Gianluca, la mamma Filomena e due sorelle maggiori. Un ragazzo generoso, dalla battuta pronta e con cui era facile familiarizzare e sentirsi a proprio agio. Da qualche anno era entrato nella pubblica assistenza sangiorgese, diventata una seconda famiglia, che promette: «Non potremo mai dimenticarti». Matrullo aveva compiuto 23 anni qualche settimana fa, il 22 aprile. Un compleanno strano, in piena quarantena, un momento che non aveva potuto condividere con i tanti amici e conoscenti. Sembrava una festa solo da rimandare, impossibile immaginare invece che non ci sarebbero state altre occasioni.
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