Incendi, spari, droga: nuova escalation tra bande a Lido Tre Archi. Ecco cosa sta succedendo

Incendi, spari, droga: nuova escalation tra bande a Lido Tre Archi. Ecco cosa sta succedendo
Incendi, spari, droga: nuova escalation tra bande a Lido Tre Archi. Ecco cosa sta succedendo
di Sonia Amaolo
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Domenica 1 Ottobre 2023, 02:25 - Ultimo aggiornamento: 14:02

FERMO  - Tre auto a fuoco in via Tobagi, liti in strada e poi, appena 24 ore dopo, l’agguato in via Aldo Moro a un giovane nordafricano ferito gravemente al volto con un colpo di pistola. Si è salvato per miracolo ed è ricoverato in gravi condizioni all’ospedale Torrette di Ancona. Fatti gravissimi che riaccendono i riflettori sul quartiere di Lido Tre Archi, sempre più una polveriera. Sulla sparatoria indagano i carabinieri, sullincendio - molto probabilmente doloso - delle auto, la polizia. Si cerca di capire se, come può apparire, gli ultimi fatti siano tra loro collegati e soprattutto cosa si nasconde dietro a questa ennesima escalation di violenza. 

 

 


L’ipotesi



 

L’ipotesi più accreditata è che sia in atto uno scontro feroce tra bande rivali per il controllo del territorio soprattutto per ciò che concerne lo spaccio di droga.

E che questi episodi siano il frutto di regolamento di conti e di intimidazioni tra clan che si contendono il fiorente mercato degli stupefacenti. Al vaglio degli inquirenti tutte le telecamere della zona per dare un volto al gruppo, di almeno cinque persone, che ha inseguito e aggredito il nordafricano venerdì. A terra sono stati trovati anche un coltello e un cacciavite. Il quartiere in questi giorni è presidiato dalle forze dell’ordine, si susseguono controlli e blitz.

L’ultima maxi operazione qualche giorno fa, con oltre cento agenti della polizia impegnati a disarcionare una banda di spacciatori, tutti nordafricani, che operava usando come base alcuni appartamenti. I covi sono stati svuotati e sequestrati, ma appena qualche giorno dopo altri nordafricani hanno tentato di occupare uno degli appartamenti per riprendere l’attività subito stoppata dalle forze dell’ordine. Nella serie di episodi accaduti negli ultimi tempi a Tre Archi anche l’incendio, che si era sprigionato all’improvviso, in uno dei covi degli spacciatori, a inizio settembre. Un appartamento occupato abusivamente dai pusher clandestini in via Paleotti.

Il rogo era la punta dell’iceberg di un regolamento di conti in corso nel clan degli spacciatori tunisini. In questo groviglio di fatti ed eventi si innesta anche l’uscita dal carcere del presunto capo di una delle bande di pusher. E’ probabile che diversi pezzi della scacchiera criminale che si muove nel sottobosco di Tre Archi siano in movimento, c’è in corso un riassetto di equilibri. Alta tensione a Tre Archi che si sta allargando anche verso Porto Sant’Elpidio, piazza di spaccio evidentemente fiorente.

C’è un viavai di pusher che vendono di tutto notte e giorno, girano in bicicletta e in monopattino, smerciano negli androni dei palazzi. Il giorno prima dell’ultima sparatoria, giovedì sera, in via Milano a Porto Sant’Elpidio c’era stata una rissa a colpi di spranghe. Due ore prima l’incendio delle auto nel cortile di via Tobagi a Tre Archi. Nel palazzo dove alloggiano alcuni nordafricani è comparsa nell’ascensore una scritta minatoria in cui si legge “Danger”. Pericolo. Nello stesso giorno che ha anticipato la sparatoria, per tutto il pomeriggio, le forze dell’ordine con i cani sono state impegnate a dare la caccia ai pusher in piazza Garibaldi e in via dei Mille, in territorio elpidiense.


Senza contare l’ultimo maxi blitz del 18 settembre con 100 uomini della Questura impegnati a chiudere i covi dello spaccio, che ha portato a 11 arresti, sequestri di droga, denaro e armi. Era stato un blitz gemello a quello dei primi di febbraio, quando ci fu l’irruzione in sette appartamenti che aveva portato al sequestro di 15 cani molossi. Tra le ipotesi al vaglio c’è che l’arresto del vecchio boss abbia dato fiato in questi mesi, alle nuove leve, giovani e più aggressive, inesperte e quindi più pericolose. La sparatoria di venerdì sera è simile a quella di marzo che ricorda il tunisino ferito alla gamba in via Tobagi. Chi gli aveva sparato lo aveva chiuso in casa in un lago di sangue ed era sparito portandosi via la chiave. Ultimamente ogni blitz di Polizia ha portato alla scoperta, oltre al denaro e alla droga, di armi e questo preoccupa più di ogni altra cosa. Girano spranghe, coltelli, katane, fiocine da sub e pistole. Il magrebino che è stato accoltellato il Primo maggio, sempre a Tre Archi, era coinvolto nella sparatoria del 30 marzo in via Mattarella. Sono regolamenti di conti in piena regola, così l’accoltellamento tra marocchini il 7 agosto in piazza a Porto Sant’Elpidio. 

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