Trattori davanti al casello, cortei sulla Statale: occhio al traffico fra Marina di Altidona e il bivio per Capodarco

Trattori davanti al casello, cortei sulla Statale
Trattori davanti al casello, cortei sulla Statale
di Domenico Ciarrocchi
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Lunedì 5 Febbraio 2024, 00:25 - Ultimo aggiornamento: 19:21
FERMO - Oggi è il giorno della protesta dei trattori che sbarca anche nel Fermano. La zona nevralgica davanti al casello dell’A14 di Fermo-Porto San Giorgio, a Santa Maria a Mare. Il raduno al via intorno alle 8 con il primo concentramento per fare poi il via a 4 cortei. Alle 9.15 la partenza del primo sulla Statale in direzione nord per circa 10 km, interessando quindi il Comune di Porto San Giorgio e alle 11.15 del secondo in direzione opposta per circa 14 km, fino a Marina di Altidona e Pedaso. 


La seconda tranche


Nel pomeriggio due nuovi cortei, il primo alle 15 sempre verso Porto San Giorgio e il secondo alle 17 verso Marina Palmense, Marina di Altidona e Pedaso. Sempre nei pressi del casello è previsto un presidio fisso fino a giovedì prossimo. Si tratta di una mobilitazione spontanea, non legata alle associazioni degli agricoltori. Allertate le polizie locali in particolare di Fermo e Porto San Giorgio, le quali rimarcano che potrebbero verificarsi possibili rallentamenti lungo la Statale in tutto il tratto che va da Marina di Altidona fino all’imbocco per Capodarco. Pertanto, è consigliato l’utilizzo di strade alternative. Il caso è stato trattato nei giorni scorsi in Prefettura per evitare particolari problemi e per limitare i disagi.

Sempre in questi giorni non sono mancate le manifestazioni di sostegno, fra cui quella di Agrinsieme Marche, il coordinamento delle associazioni Cia, Confagricoltura, Copagri, Acu (Alleanza delle cooperative agricole, costituita Agci-Agrital, Fedagri Confcooperative, Legacoop Agroalimentare) e Frima (Federazione delle imprese di meccanizzazione agricola della regione Marche) che esprime vicinanza alla protesta degli agricoltori, «molti dei quali nostri associati, per cambiare - si legge in una nota - questa politica agricola che mortifica l’economia reale. Il movimento che è sceso in strada è spontaneo e autonomo, arricchisce il dibattito che per essere efficace deve essere fatto in tutte le sedi istituzionali».


Le richieste


«Occorre rivedere la politica agricola europea perché burocratica e non funziona; cambiare gli ecoschemi e abolire subito l’obbligo al 4% di incolto; cambiare le proposte di regolamento comunitario sull’uso sostenibile degli agrofarmaci; togliere l’Irpef sui terreni agricoli; reintrodurre il credito di imposta su gasolio; varare una nuova e diversa politica del credito agricolo con immediata proroga delle scadenze; tutelare il reddito degli agricoltori».

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