Il marchio Hogan nel mirino dei falsari
Blitz della Finanza a Napoli, 18 arresti

La Finanza in una fabbrica del falso
La Finanza in una fabbrica del falso
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Martedì 29 Maggio 2018, 16:55 - Ultimo aggiornamento: 19:06

FERMO - Il Nucleo di polizia economico-finanziaria di Napoli ha dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare  nei confronti di 18 soggetti, 14 italiani e 4 stranieri, tutti agli arresti domiciliari, ritenuti responsabili di reati associativi finalizzati alla produzione e commercializzazione di prodotti contraffatti.
L'indagine ha permesso di raccogliere gravi indizi di reato con riguardo a cinque distinte organizzazioni criminali, ognuna delle quali strutturata secondo una definizione di ruoli e incarichi e in grado di curare distinte fette del “mercato del falso” partenopeo, contando su canali di approvvigionamento anche stranieri (Bulgaria e Turchia) e su una fitta rete distributiva dislocata in maniera capillare su tutto il territorio nazionale .Le investigazioni, durate più di un anno, sono state riscontrate da numerosi interventi repressivi che hanno consentito di sequestrare oltre 820mila pezzi di prodotti contraffatti e di portare alla scoperta  ben 10 opifici abusivi.
 



Il principale sodalizio portato alla luce,  sulla base del quadro indiziario, faceva capo alle figure chiave di G. G. e P. V. ed era specializzato, con standard tipicamente aziendali, nella produzione e commercializzazione di scarpe e borse con segni distintivi contraffatti. Nella struttura di questa compagine delittuosa,  G.G. si occupava prevalentemente di ricettare e canalizzare nei canali di vendita calzature contraffatte (prevalentemente “Hogan”), contando su una rete di distribuzione di affiliati magrebini e senegalesi che, da tutta Italia, commissionavano acquisti pagati tramite ricariche a postepay intestate a soggetti compiacenti o inesistenti. P.V. era, invece, il trait-d’union con i principali referenti della “filiera produttiva”.

Una seconda struttura, organizzata su base familiare, faceva capo, invece, a M. A., supportato dal padre e dal fratello, specializzati nella produzione di borse contraffatte di primissima qualità, secondo i disegni di Prada, Chanel, Hermes e Dior. Alle due citate consorterie, si affiancavano  ulteriori strutture, meno ramificate ma parimenti inserite a pieno titolo nel locale mercato “nero” e “parallelo” della contraffazione. Si tratta, in primis, di un gruppo “magrebino”, capeggiato da soggetti di origine marocchina.
 

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