Moda e calzaturiero, nel Fermano raffica di corsi per la formazione ma i ragazzi vogliono fare altri lavori (anche se Della Valle e Marzotto la pensano diversamente)

Giovani e fabbriche, ora si può: raffica di corsi per la formazione, ma i ragazzi vogliono fare altri lavori
Giovani e fabbriche, ora si può: raffica di corsi per la formazione, ma i ragazzi vogliono fare altri lavori
di Massimiliano Viti
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Lunedì 9 Ottobre 2023, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 12:31
FERMO - Per Diego Della Valle, patron di Tod’s, «essere artigiano è cool». Per Matteo Marzotto, che ha 3 aziende marchigiane nel polo MinervaHub, «non è vero che i dipendenti della moda sono sottopagati. Ci sono delle mansioni qualificate che vengono pagate piuttosto bene. Ma bisogna impegnarsi e avere voglia per raggiungere le competenze necessarie». Sta di fatto che la ricerca di personale per il ricambio generazionale è altamente difficoltosa. Anche nel Fermano. 


Il nodo


«Abbiamo un problema di manodopera specializzata in ogni azienda del nostro gruppo» ha detto Marzotto al Micam di fronte uno sparuto gruppo di giornalisti. «Non se ne possono occupare solo i grandi brand della moda e del lusso che fanno già tanto. Ci deve essere un sistema. L’Italia non può pensare di agire come il grande distretto della produzione mondiale del lusso senza formare i giovani». Per il presidente di MinervaHub «bisogna parlare alle famiglie e bisogna vedere se i ragazzi hanno voglia di fare questi lavori». Per Giovanna Ceolini, presidente di Assocalzaturifici, «ci piace avere in famiglia ingegneri, commercialisti, avvocati, ma le famiglie spesso dimenticano che il lavoro manuale dà molte più soddisfazioni e forse è anche più redditizio. La tecnologia è entrata in azienda per cui offriamo un mondo molto vicino a quello digitale dei ragazzi. Non guardiamo solo la produzione. Guardiamo anche alla gestione aziendale, anche in ottica di tracciabilità e sostenibilità. Servono i profili adatti». Nel Fermano, l’esigenza di attirare i giovani, complice un bando della Regione, ha finora prodotto un deciso aumento dell’offerta formativa. Ma spesso la scadenza inizialmente indicata per iscriversi al corso viene prorogata perché non si raggiunge il numero minimo di partecipanti per far partire le lezioni.


Le lezioni


È accaduto anche per i corsi organizzati da Confindustria Fermo, che ha raggruppato una decina di calzaturifici locali e si è fatta promotrice di due percorsi formativi: uno per montaggio e finissaggio delle calzature e un altro per diventare orlatrice.

Sono previsti 15 partecipanti per ogni corso che dura 600 ore (di cui 240 di stage verso le imprese partner). Le lezioni si tengono a Porto Sant’Elpidio, nella sede della 3AND. I corsi sono gratuiti per disoccupati ad occupazione garantita. Al termine del corso, almeno il 50% verrà assunto con un contratto di 24 mesi. Altri corsi di formazione sono stati organizzati da Unione Stilisti Marche attraverso Usm School 2023-2024. Sono stati denominati “Master in Shoes” e sono dei corsi brevi di specializzazione professionale che riguardano modellista a mano e al cad; tagliatore a mano e al cad; shoes design e rendering; eco design e riuso; sviluppo strutture; tecnologia e artigianato e workshop dedicati ai pellami.


I luoghi


Alcuni di questi corsi vengono svolti nelle sedi delle aziende partner. Anche in questo caso, scadenza delle iscrizioni prorogata dal 30 settembre al 14 ottobre. «Per alcuni corsi abbiamo registrato un interesse minimo, per altri invece abbiamo riscontrato un maggiore appeal. Per cui qualche corso dovrebbe partire a breve» afferma la storica presidente Usm Annalisa Marcucci. Verso metà novembre partiranno nuovi corsi anche alla Leather Form Lab, la scuola di pelletteria per l’alta moda e il lusso di Porto Sant’Elpidio. Che prima della pausa estiva ha svolto un corso per operatrici della pelletteria con cinque ragazze immigrate. Ha avuto una durata di 120 ore e ha beneficiato del sostegno finanziario di Forma.Temp. A reclutare le corsiste ci ha pensato Manpower. L’agenzia del lavoro ha effettuato la procedura di scouting battendo percorsi non tradizionali. «La durata delle lezioni, seppur breve, è stata sufficiente non solo per trasmettere competenze – afferma Paolo Mattiozzi di Leather Form Lab –, ma soprattutto per far emergere chi possiede abilità manuali e soprattutto chi ha voglia di costruirsi un futuro nel mondo della moda». E qui la domanda centrale. Va bene l’offerta formativa, ma quanti ragazzi hanno davvero voglia di intraprendere questo percorso? La sfida è attrarre i giovani. E la comunicazione gioca un ruolo fondamentale perché deve svecchiare il calzaturiero e fargli indossare un abito nuovo e moderno. 

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