Più fatturati e meno addetti, a Montappone gli imprenditori del cappello in pressing: «Servono operai specializzati»

Più fatturati e meno addetti, a Montappone gli imprenditori del cappello in pressing: «Servono operai specializzati»
Più fatturati e meno addetti, a Montappone gli imprenditori del cappello in pressing: «Servono operai specializzati»
di Domenico Ciarrocchi
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Lunedì 27 Marzo 2023, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 15:07

FERMO - Non solo calzaturieri e commercianti, l’appello per scovare manodopera più specializzata e rilanciare l’occupazione nel Fermano viene anche dal dinamico distretto del cappello che, appartato fra alcuni paesi dell’interno, a volte rischia di essere dimenticato. Un distretto, invece, che continua a contribuire in maniera robusta all’economia della provincia. A rimarcarlo è Paolo Marzialetti, presidente nazionale del Settore Cappello e vicepresidente della Federazione TessiliVari.


La partenza


Lo fa partendo dagli ultimi dati aggiornati sui posti di lavoro fra le aziende del comparto con un calo che appare inarrestabile, in aumento da un anno all’altro, dovuto soprattutto «al persistente problema - sottolinea - della scarsità di manodopera specializzata, legata al ricambio generazionale ed alla formazione da portare avanti in modalità permanente all’interno delle proprie aziende e dei laboratori, da parte dei titolari e dei collaboratori più anziani e di più lunga esperienza alle spalle, data la forte vocazione manuale ed artigianale delle nostre attività produttive, che vanno a integrarsi con i nuovi processi di digitalizzazione e di manifattura 4.0».

Per Marzialetti è fondamentale la collaborazione con gli istituti tecnici e professionali, «a partire dall’orientamento dei ragazzi da parte delle famiglie, oltre alla collaborazione con le Università, anche alla luce delle nuove e future applicazioni legate all’Intelligenza artificiale. Ma è decisiva anche la formazione continua on the job da effettuarsi in azienda “in house”, non solo per le nuove maestranze, ma anche e soprattutto per quelle ancora in forza alle aziende». Secondo l’imprenditore è fondamentale che le risorse del Fondo sociale europeo e del Pnrr non vengano «disperse o sprecate in mille rivoli, ma che vadano destinate realmente alle aziende, affinché possano arginare e ribaltare questa tendenza che rischierebbe di far scomparire a breve interi comparti e distretti produttivi, incluso quello del cappello».


La tendenza


Anche perché i dati sono incoraggianti e non sostenere un distretto di tale importanza e comunque in salute sarebbe un errore macroscopico. La stessa Federazione snocciola gli ultimi numeri e ricorda come per tutto l’arco del 2022 il mondo del cappello presenti, rispetto all’anno precedente, un aumento per quanto riguarda il fatturato (144 milioni di euro, +9,1% sul 2021, +16,1% rispetto al 2020, mentre siamo ancora in territorio negativo -10,5% verso il 2019, prima della pandemia.


La differenza


I dati sul fatturato fanno però da contraltare a quelli sulle imprese (123, -1,6% sul 2021, -5,4% rispetto al 2020, -10,2% anche verso il 2019 prima della crisi pandemica) e, appunto, sugli addetti (1980, -2% sul 2021, -6,6% rispetto al 2020, -12,2% addirittura anche verso il 2019) che persistono nel calo tendenziale che si registra da parecchie stagioni, ancora prima dell’emergenza legata al Covid che ha bloccato i mercati.

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