Fingono di acquistare macchinari e stampi per ottenere 865mila euro di fondi regionali ed europei: smascherati e denunciati a Fermo

False fatture per acquisti inesistenti: maxi truffa a regione e Unione Europea
False fatture per acquisti inesistenti: maxi truffa a regione e Unione Europea
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Mercoledì 15 Novembre 2023, 11:19 - Ultimo aggiornamento: 16 Novembre, 07:08

FERMO - Il nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Fermo, al termine di una complessa operazione diretta dalla Procura Europea (E.P.P.O. - European Public Prosecutor’s Office) - Ufficio di Bologna, ha portato alla luce una truffa aggravata ai danni dello Stato e dell’Unione Europea, perpetrata per conseguire un contributo a fondo perduto nell’ambito del “Programma Operativo Regionale (Por) Marche Fesr”, oltre a diverse fattispecie di delitti fiscali riconducibili all’emissione e all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

False fatture per acquisti inesistenti: maxi truffa a regione e Unione Europea

L’importo del fondo strutturale richiesto, 865mila euro (di cui 325mila illecitamente percepiti), riconducibile ad un piano di sostegno agli investimenti produttivi per le aree colpite dal sisma, è stato ottenuto, secondo le risultanze di indagine, mediante l’utilizzo di fatture false riportanti imponibili per oltre 3,8 milioni di euro e 850mila euro di Iva e facendo ricorso ad altri artifizi e raggiri, quali la mancata tenuta di una contabilità di magazzino.

A completamento del disegno criminoso, per assicurare il profitto dei reati, è stata realizzata l’incorporazione in una società simulata, creata ad hoc, con sede nel Delaware (Usa), utilizzata per distrarre le disponibilità patrimoniali delle società italiane incorporate.

Le indagini hanno portato all’esecuzione di un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Gip del Tribunale di Fermo su richiesta del Procuratore Europeo, per un importo complessivo di 879.566 euro, che ha permesso di sottoporre a vincolo cautelare disponibilità patrimoniali, conti correnti, terreni, autovetture e immobili in capo ai soggetti indagati ed alle società, inclusa la società del Delaware. Il provvedimento del Gip è stato poi confermato dal Tribunale del riesame di Fermo che si è pronunziato a seguito di ricorso della difesa. 

Le investigazioni, che hanno visto l’ausilio anche di militari qualificati “Computer Forensics e Data Analysis” specializzati nell’estrapolazione legale dei dati informatici, hanno appurato che la società fermana, tramite falsa documentazione (fatture e pagamenti), ha simulato l’acquisto complessivo di stampi di alluminio e di macchinari per la produzione di suole di scarpe, in realtà mai avvenuto, per milioni di euro. Indotta in errore, la Regione Marche, ritenendo veritiera la prima tranche dell’acquisto (1,7 milioni di euro), ha inizialmente concesso (a titolo di Sal) 325mila euro quale contributo pubblico, per metà finanziato con fondi dell’Unione Europea. L’intervento della Guardia di finanza ha inoltre scongiurato l’indebita erogazione del restante importo illecitamente richiesto, pari a 525mila euro, che sarebbe stato concesso su un ulteriore investimento simulato per l’importo a saldo (2,1 milioni di euro).    


Il rappresentante legale della società, unitamente all'amministratore di fatto della medesima, sono stati denunciati, in concorso con alcuni fornitori, per truffa aggravata ai danni dello Stato (art. 640bis del c.p.) per aver ottenuto illecitamente le rogazioni pubbliche. 


Al termine dell’indagine si è proceduto alla segnalazione, alla Procura Regionale Marche della Corte dei Conti, dei responsabili del danno erariale cagionato all’Ente erogatore Regione Marche.

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