L’unione politica fa la Zes, una lobby per il Piceno

L’unione politica fa la Zes, una lobby per il Piceno

di Mario Paci
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Sabato 30 Marzo 2024, 02:40

L’intuizione politica, o più semplicemente la scaltrezza, con la quale i politici locali degli anni Sessanta riuscirono a inserire i territori della sponda Nord del fiume Tronto fra i benefici della Cassa del Mezzogiorno, ha permesso lo sviluppo della zona industriale ascolana con l’insediamento di grosse aziende, multinazionali, che hanno portato prosperità e ricchezza. Oggi, per un altro provvedimento governativo, come legge del contrappasso, quei benefici (molti dei quali, purtroppo, già spazzati via dalla globalizzazione con la fuga di quasi tutte le multinazionali verso l’Oriente) rischiano di svanire nell’arco di pochi anni, se non addirittura mesi. La zona industriale rischia di diventare una landa desolata. Stiamo parlando della Zes, la zona economica speciale, che prevede una serie di agevolazioni alle imprese, delle quali, dal 1° gennaio scorso, ne usufruisce ampiamente anche la confinante Regione Abruzzo. Una concorrenza, al di là del Tronto, che mette in difficoltà le imprese picene non potendo contare sugli aiuti di Stato. Diventa quindi fondamentale, per evitare la fuga delle imprese oltre il fiume Tronto, verificare la possibilità di estendere la zona economica speciale anche alle zone industriali di quelle aree cuscinetto come il Piceno che non possono godere delle stesse agevolazioni.

La proposta non è campata in aria ma è attuabile alla luce della nuova collocazione delle Marche come Regione “in transizione” nella classificazione europea basata sul Pil pro-capite. In questa maniera si potrebbe attivare anche nel Piceno il credito d’imposta Zes per nuovi investimenti, visto che gran parte della provincia picena ricade nella nuova carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 (molti di questi Comuni, peraltro, sono anche localizzati nel cratere sismico). Ciò premesso è chiaro che occorre fare i conti con la realtà dei conti pubblici (basta leggere le allarmate e allarmanti dichiarazioni del ministro dell’economia Giorgetti di questi giorni) , ovvero ciò che sia sostenibile in termini di risorse per lo Stato. Nello specifico, per quanto riguarda il cratere sismico, è indubbio che siano state già riversate risorse importanti sui territori ma quanto avvenuto negli ultimi giorni sul Sismabonus fa capire quanto sarà arduo mantenere il credito d’imposta per le aree del cratere.

Una misura agevolativa importante e che investe un’ampia platea di soggetti, dalla micro impresa alla grande industria.

È difficile ottenere una Zes applicata ad un'area grande come quella del cratere (comprensiva anche di Umbria e una parte del Lazio) ma discorso diverso è il tema di questa sorta di vallo di Adriano che c’è nella provincia di Ascoli al confine abruzzese . È evidente che nelle Marche un problema di così ampia portata ce l'hanno solo le aziende della provincia di Ascoli che fino alla costa subiscono una concorrenza difficilmente sostenibile. Una concorrenza legittima perché riconosciuta dallo Stato, ma difficilmente opponibile in termini di crediti di imposta per investimenti, di tassazione per personale dipendente. Si rischia veramente una fuga di aziende, e quindi la perdita di occupazione e di ricchezza per delocalizzazioni di qualche chilometro.

Quindi perché non pensare a una fascia Zes molto limitata che però permetta quantomeno di riequilibrare il Piceno con un'area contigua? Così facendo si darebbe continuità alla politica nazionale di agevolare le zone picene di confine con il Mezzogiorno, visto che il territorio della “Val Vibrata - Valle del Tronto Piceno” è stato già riconosciuto quale area di crisi industriale complessa con decreto del ministro dello sviluppo economico del 10 febbraio 2016. La palla ora passa alla politica. Alle ultime elezioni politiche il Piceno ha eletto sette parlamentari, dei quali una nominata sottosegretaria al ministero dell’economia e delle finanze (Lucia Albano) e uno nominato commissario alla ricostruzione (Guido Castelli). Se il numero è potenza, come diceva Maometto, e se l’unione fa davvero la forza, coagulare una lobby politica, con l’aiuto anche degli altri parlamentari marchigiani, per sostenere il Piceno in emergenza economica, non sarebbe blasfemia.

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