Persone pacate nella vita odiatori dietro lo schermo

Persone pacate nella vita odiatori dietro lo schermo

di Edoardo Danieli
4 Minuti di Lettura
Sabato 3 Febbraio 2024, 04:35

Vi è mai capitato di incontrare una persona che frequentate più sui social che nella vita quotidiana e, dopo un po’, chiedervi: «Ma quello con cui sto parlando, così pacato e dialogico, è lo stesso che sulla rete si dimena come un pazzo su ogni argomento?». Sì, è lo stesso. La rete dopo aver trasformato tutto (o quasi) ciò che ci circonda ha iniziato a modificare le persone. Sono stati spesi fiumi di inchiostro per raccontarci l'evoluzione dell'homo videns alle prese con una macchina che, all'improvviso, gli ha messo in mano il mondo. Perché questo è successo nel breve volgere di una trentina di anni. Dalla digitalizzazione che, all'inizio, era riservata a pochi adepti, al fiorire delle macchine da tavolo con le possibilità di allargare la visuale personale che hanno offerto, fino a quel dispositivo, lo smartphone, che tutte queste possibilità le ha messe in mano a chiunque a prezzi abbastanza abbordabili.

C'è un meme abbastanza efficace che riassume che cosa ci portiamo dietro con un semplice "telefonino": dalla macchina fotografica allo scanner, alla cinepresa alla cartina geografica solo per fare degli esempi, tutti strumenti che una volta non sarebbero riusciti nemmeno ad entrare in uno zaino capiente. Adesso sono in tasca. Sei sempre davanti allo schermo del telefonino, è una delle frasi che si sentono ripetere ormai non più solo ai ragazzi ma anche ai più attempati. Sì, ma non sto perdendo tempo. Sono in banca, sto leggendo un libro, sto controllando cosa c'è nel frigo, sto verificano l'orario del treno. E così via di applicazione in applicazione con limiti sempre più indefiniti ora che a reggere il gioco è chiamato il fratello grande dell'algoritmo, la intelligenza artificiale.

E se già l'algoritmo ci sembra invadente, quando ci mostra le pubblicità di quello di cui abbiamo parlato in casa, quello che potrà fare la potenza di calcolo e la profondità delle fonti praticamente sconfinate, anche a causa di leggi sulla riservatezza che cambiano in ogni paese. Non è certo una novità, tant’è che sono stati coniati i termini: leoni da tastiera o haters.

Queste due categorie rappresentano buona parte dei protagonisti di comportamenti violenti su Internet. Gli haters sono odiatori seriali, utenti che attaccano deliberatamente chiunque non vada loro a genio e facciano qualcosa che non condividono. Il termine leoni da tastiera allude invece in maniera molto più netta alla necessità del cyberbullo di nascondersi dietro uno schermo. Nei casi meno gravi il loro comportamento si limita all’offesa, alla denigrazione, ma in altri finiscono col rendersi protagonisti di reat come il furto di identità o la diffusione di materiale sensibile senza consenso. In entrambi i casi, haters o leoni da tastiera, si tratta di persone che difficilmente sarebbero in grado di offendere deliberatamente qualcuno al di fuori del web.

Di qui la doppia vita di queste persone: pacate nella vita comune e violente e senza scrupoli nel momento in cui si scatenano sulla Rete. Il cyberbullismo è ormai una piaga sociale di dimensioni molto vaste. Soltanto in Italia quasi un utente su cinque dichiara di avere vissuto almeno una volta una forma più o meno grave di disagio in Internet. Spesso l’attacco è rivolto alle categorie più fragili. Ad esempio le donne vengono prese di mira più degli uomini, ma le “categorie” più bersagliate sono gli omosessuali, le persone disabili o i migranti, in particolare gli africani. L’incitamento all’odio, disumanizzando le sue vittime, si oppone alla libertà, al multiculturalismo. Ecco perchè bisogna “smontare” i leoni da tastiera con la diplomazia, esprimendo solidarietà a chi viene colpito, combattendo le fake news, promuovendo le buone maniere, facendo cadere le intimidazioni. Azioni più serrate sono possibili e spesso auspicabili. A iniziare dalla denuncia. Se si pensa di adire le vie legali è importantissimo avere prove delle offese ricevute, ad esempio conservando screenshot di commenti. in alternativa è possibile il blocco di chi disturba o la rimozione dei contenuti violenti. Infine, quello che non può mancare è una maggiore cultura informatica che non è un problema dei giovani ma soprattutto delle persone di una certa età che nel mare della rete rischiano di annegare.
 

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