Istruzioni per i candidati di Ancona: poche idee e molto chiare

Istruzioni per i candidati di Ancona: poche idee e molto chiare

di Giovanni Guidi Buffarini
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Venerdì 24 Marzo 2023, 09:07

Cari concittadini candidati alle amministrative di Ancona. Permettete a un elettore di darvi qualche consiglio. Consigli non richiesti, d’accordo, ma a voi assai utili, garantisco, non foss’altro perché son fumantino, e se non dovesse piacermi lo spettacolo da voi offerto in campagna elettorale potrei reagire male, molto male. Goldrake, vecchio amico, mi ha regalato la sua alabarda spaziale, il venerabile Pai Mei mi ha insegnato le mosse più segrete e definitive del kung-fu e per parte mia sono stato allievo più determinato e più brillante di Uma Thurman e ci siamo capiti, spero. Siate seri nella contesa.

Non enfatizzate fuor di misura le criticità cittadine. Vi battete per governare Ancona, non Kherson o una qualche ingestibile megalopoli del terzo mondo. Non presentatevi come supereroi capaci di risolvere ogni problema con uno schiocco di dita, e regalarci il paradiso in terra. Non ce ne importa niente del paradiso in terra, e a promettere troppo si fa figura di pataccari, e nessuno di voi ha le carte in regola e (mi auguro) il respiro da enfisema avanzato per competere col sommo venditore di patacche, il mitico Roberto da Crema che quando andavano di moda gli Swatch televendeva gli Watch, a sei a botta, e ammiravi l’iperprofessionale faccia di bronzo e schiantavi dal ridere ed eri tentato di comprarteli, gli orologi tarocchi dichiarati, e sfoggiarne, come suggerito dall’urlatore scatenato, uno al giorno, la domenica niente, la domenica il tempo non incalza.

Ogni politico ha il suo momento Roberto da Crema, per qualcuno un momento prolungato interminabile. Ogni politico, di fronte all’unico, non taroccabile Roberto da Crema, fa la figura del dilettante. Risparmiatevela. Risparmiatecela. Siate consapevoli dei vostri limiti e dei limiti che la realtà impone all’azione di un sindaco, un assessore, un consigliere. Da qui a maggio, non procedete a colpi di slogan. Gli slogan van bene per i manifesti con la foto in posa, il sorriso rassicurante o lo sguardo lontano, quello che vi pare, che vi suggerisce il vostro entourage. Per i manifesti e basta. E non giocate all’alta politica, grazie. Non illustrateci, in eloquio pomposo, la vostra ricetta per raddrizzare le storture del mondo, non è cosa che riguardi chi si offre di amministrare una città.

State sul concreto, rimanete nella dimensione locale. Fateci capire bene quelle tre quattro cose che intendete realizzare.

Tre o quattro, non settecento: i punti qualificanti del programma. Illustrateci quelli, magari scendendo un po’ nel dettaglio su costi e tempi di realizzazione. Un po’, non troppo, che in Italia la dilatazione dei tempi e la lievitazione dei costi son la norma, però insomma qualche numero di massima siamo in diritto di conoscerlo, per esempio a proposito del progetto, che sembra incontrare favore diffuso, della metropolitana di superficie. Dove reperire le risorse? Niente da obiettare se il dibattito dovesse incendiarsi, lo scontro farsi furente. Lo spettacolo degli insulti personali però sappiate che non è esaltante. Scannatevi pure ma sulle cose, e che si capiscano. Per le urla inarticolate da invasate comari sul pianerottolo, ci stanno le comari e ci sta il pianerottolo. Mi auguro che uno dei temi centrali sul tappeto sarà quello dei giovani. Ancona è città universitaria. Percorrendone le strade di sera, non lo diresti. Pare un dormitorio.

In giro ci sono quasi solo io, tutta mia la città ma che tristezza il coprifuoco di fatto. O da noi vengono giovani guasti, nati vecchi, o Ancona, come la gran parte d’Italia, i giovani fa il possibile per spegnerli, ché non creino problemi, non facciano disordine. Disaccoppiarsi dal Paese sarebbe cosa molto buona. Il disordine è vitale, è creativo, l’ordine è Tavernelle (per i non anconetani: il quartiere dove sorge il cimitero cittadino, che pace che tranquillità che silenzio, signora mia, tutti buoni, ognuno nel suo cappottone ligneo). I giovani che studiano ad Ancona, da Ancona appena possono fuggono a gambe levate. Che spreco di energie, che spreco anche economico. Chi vuole il mio voto, smetta di considerare i giovani un problema (che sciocchezza e che miopia), si impegni a fare tutto il possibile per dare alla città una scossa ventenne.

*Opinionista
e critico cinematografico

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