Alleanza tra natura e tecnologia per l’economia del Mediterraneo

Alleanza tra natura e tecnologia per l’economia del Mediterraneo

di Roberto Danovaro
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Giovedì 20 Febbraio 2020, 16:41
I mari italiani rappresentano un vero tesoro nascosto. Il recente rapporto “Ecosistemi marini mediterranei: il valore economico dei benefici ambientali” elaborato dal Plan Bleu, organismo del Programma ambiente mediterraneo delle Nazioni Unite (Unep/Map), presentato nel corso del convegno “Una Blue Economy per il Mediterraneo: una nuova alleanza tra natura e tecnologie low carbon” ha stabilito che questo tesoro vale almeno 9 miliardi di euro. L’Italia, secondo i dati di questo studio non è prima solo nella lista dei beni culturali dell’umanità e nella capacità di influenzare la cultura e il pensiero degli altri paesi del mondo, ma anche il paese mediterraneo con la maggiore quantità di servizi ambientali offerti dal mare. Il dato è certificato da una fonte autorevole: le Nazioni Unite. I mari italiani occupano circa il 15% del Mar Mediterraneo, uno dei mari più ricchi del mondo in termini di praterie sommerse e di biodiversità. Questa ricchezza di habitat conferisce una qualità straordinaria non solo al paesaggio emerso ma anche al quello sommerso. I nostri mari contribuiscono a fornire benefici essenziali per l’uomo, come la depurazione naturale dell’acqua, rifornimento di cibo, attenuazione dei cambiamenti climatici e preservazione delle coste. Tutti elementi legati alla ricchezza di vita degli ecosistemi marini ai quali, volendo, è possibile assegnare anche un valore economico. Il nostro paese, vanta oltre un terzo della ricchezza prodotta dai servizi ambientali forniti dal mare in Mediterraneo, il 35% del totale, più del doppio della Grecia o della Spagna. In termini economici, 9 miliardi di euro contro i complessivi 26 miliardi di beni ecologici prodotti ogni anno dal Mediterraneo nel suo complesso. Ma l’economia complessiva legata al Mar Mediterraneo è ancora più ricca, parliamo di oltre 500 miliardi di euro all’anno, oltre un quarto dell’intero bilancio italiano. Questa ricchezza deve tuttavia essere preservata. Ogni habitat naturale che viene degradato o distrutto trasforma una ricchezza in immediata povertà. Le aree marine protette già istituite nel nostro paese tutelano una parte importante, ma ancora piccola, del valore complessivo attribuibile ai servizi ambientali: nei loro 360mila ettari di mare troviamo prevalentemente aree di fascia costiera, ma molte ricchezze non sono protette e rischiano di perdere il loro valore positivo in termini di servizi ecosistemici e di ritorni economici. Ogni area marina protetta, in media fornisce circa 1,4 milioni di euro l’anno in termini di servizi ecosistemici, secondo il calcolo elaborato dal Plan Bleu. Ma in Italia, inclusa la nostra regione, ancora stentiamo a rendercene conto e a valorizzare queste opportunità e proteggere la vita marina vale molto di più. La Crescita Blu si basa sulla capacità di coniugare conservazione dell’ambiente marino e sviluppo di opportunità di crescita anche economica per il territorio. Si parla di restauro degli habitat con crescita di imprese ad alta innovazione, sullo sviluppo di nuove metodologie innovative per assorbimento e stoccaggio dei gas serra. La sola industria del restauro ambientale marino, tra bonifiche e recupero di habitat marini potrebbe valere diversi miliardi di euro all’anno. Secondo il Comitato Nazionale del Capitale Naturale, che fornisce indicazioni alla presidenza del consiglio per promuovere uno sviluppo sostenibile, il solo recupero di 150 km di coste del Salento danneggiate dalla pesca al dattero potrebbe muovere oltre 500 milioni di euro, con importantissime ricadute economiche sul territorio locale. La presenza di turisti che scelgono ogni anno le acque del Mediterraneo sta aumentando nel tempo, da 100 milioni di visite nel recente passo a oltre 300 milioni di vacanzieri previsti nel prossimo futuro. La grande maggioranza sceglie il mare in un periodo ristretto dell’estate, acuendo così i problemi ambientali. Proteggere gli habitat e mantenere sano l’ambiente marino sarà essenziale per preservare il nostro capitale naturale e per non far crollare le opportunità che vengono dal turismo blu.

*Docente all’Università Politecnica delle Marche e presidente della Stazione zoologica-Istituto nazionale di biologia, ecologia e biotecnologie marine
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