Il calore della nascita di Gesù è più forte del gelo che si è abbattuto come una valanga su migliaia di famiglie rimaste senza lavoro nelle Marche. Il 2021 si è aperto con la drammatica crisi in comparti storicamente fondamentali per l’economia regionale e si è chiuso con l’improvvisa delocalizzazione di aziende floride che hanno abbandonato la nostra terra soltanto per una logica miope di convenienza immediata. Nei momenti più bui rafforza il proprio significato la Natività come segno di rinascita collettiva. Non arrendersi alla negatività del presente consente di progettare il futuro. Le Marche, rese prospere dall’operosità di generazioni, possono trovare nuovo slancio morale guardando a quel faro spirituale che è la Santa Casa della Vergine di Loreto. Nella bufera, come è stata definita da Papa Francesco l’emergenza attuale, ci si può salvare riscoprendo le radici più autentiche e ripartendo dal “Sì” di Maria alla vita. Possiamo così trarre insegnamento dalla nostra storia per rilanciare l’esistenza individuale e collettività di comunità, come quelle dell’entroterra duramente colpite dal terremoto e dalla carenza di infrastrutture sanitarie e assistenziali. Nei secoli i marchigiani non si sono arresi a guerre e catastrofi naturali, quindi hanno la capacità di restare saldi anche nella gravissima crisi economica aggravata dalla pandemia. Non arrendersi è un dovere verso i nostri figli e nipoti. Abbiamo risorse spirituali, materiali, interiori per trasformare un’epoca di difficoltà in una opportunità di ripresa e ripensamento, seguendo le orme di coloro che ci hanno preceduto lungo sentieri accidentati. Chi ha responsabilità politiche, economiche e culturali non possono esimersi dal tutelare un territorio reso vulnerabile dal disagio sociale e per ciò appetibile da quella criminalità organizzata che, attraverso l’usura e gli affari illeciti, cerca di approfittare delle debolezze strutturali di una collettività impoverita e confusa. A dimostrare la situazione di smarrimento sono anche i dati in continuo aumento sulla ludopatia, il bullismo e la dipendenza da alcool e sostanze. Malgrado tutto, però, anche questo sarà un Santo Natale. Oggi Gesù nasce nonostante le barriere, le umiliazioni, le negazioni che vengono disseminate sul cammino del Bambino. La natività diventa Golgota negli scenari di guerra in Yemen, Siria, Afghanistan, Ucraina, Bielorussia e delle decine di conflitti dimenticati in Africa e in Asia. Rimossi, ignorati, esclusi i genitori (come Maria e Giuseppe) di ieri e di oggi trovano rifugio solo nelle capanne della marginalità globalizzata di un mondo che cancella tutto ciò che contrasta con l’effimero e l’utile economico. Gesù viene alla luce nel buio di una mangiatoia, mentre tutto intorno sembra proseguire come se nulla fosse. Invece da quell’angolo minuscolo della storia tutto inaspettatamente cambia per sempre. E non sarà certo una gaffe burocratica di qualche organismo internazionale a impedire alla stella cometa di indicare all’umanità la via della Salvezza.
*Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII