Un nuovo slancio morale per le Marche che rinascono

Un nuovo slancio morale per le Marche che rinascono

di Don Aldo Buonaiuto
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Venerdì 24 Dicembre 2021, 10:50 - Ultimo aggiornamento: 16:30

Il calore della nascita di Gesù è più forte del gelo che si è abbattuto come una valanga su migliaia di famiglie rimaste senza lavoro nelle Marche. Il 2021 si è aperto con la drammatica crisi in comparti storicamente fondamentali per l’economia regionale e si è chiuso con l’improvvisa delocalizzazione di aziende floride che hanno abbandonato la nostra terra soltanto per una logica miope di convenienza immediata. Nei momenti più bui rafforza il proprio significato la Natività come segno di rinascita collettiva. Non arrendersi alla negatività del presente consente di progettare il futuro. Le Marche, rese prospere dall’operosità di generazioni, possono trovare nuovo slancio morale guardando a quel faro spirituale che è la Santa Casa della Vergine di Loreto. Nella bufera, come è stata definita da Papa Francesco l’emergenza attuale, ci si può salvare riscoprendo le radici più autentiche e ripartendo dal “Sì” di Maria alla vita. Possiamo così trarre insegnamento dalla nostra storia per rilanciare l’esistenza individuale e collettività di comunità, come quelle dell’entroterra duramente colpite dal terremoto e dalla carenza di infrastrutture sanitarie e assistenziali. Nei secoli i marchigiani non si sono arresi a guerre e catastrofi naturali, quindi hanno la capacità di restare saldi anche nella gravissima crisi economica aggravata dalla pandemia. Non arrendersi è un dovere verso i nostri figli e nipoti. Abbiamo risorse spirituali, materiali, interiori per trasformare un’epoca di difficoltà in una opportunità di ripresa e ripensamento, seguendo le orme di coloro che ci hanno preceduto lungo sentieri accidentati. Chi ha responsabilità politiche, economiche e culturali non possono esimersi dal tutelare un territorio reso vulnerabile dal disagio sociale e per ciò appetibile da quella criminalità organizzata che, attraverso l’usura e gli affari illeciti, cerca di approfittare delle debolezze strutturali di una collettività impoverita e confusa. A dimostrare la situazione di smarrimento sono anche i dati in continuo aumento sulla ludopatia, il bullismo e la dipendenza da alcool e sostanze. Malgrado tutto, però, anche questo sarà un Santo Natale. Oggi Gesù nasce nonostante le barriere, le umiliazioni, le negazioni che vengono disseminate sul cammino del Bambino. La natività diventa Golgota negli scenari di guerra in Yemen, Siria, Afghanistan, Ucraina, Bielorussia e delle decine di conflitti dimenticati in Africa e in Asia. Rimossi, ignorati, esclusi i genitori (come Maria e Giuseppe) di ieri e di oggi trovano rifugio solo nelle capanne della marginalità globalizzata di un mondo che cancella tutto ciò che contrasta con l’effimero e l’utile economico. Gesù viene alla luce nel buio di una mangiatoia, mentre tutto intorno sembra proseguire come se nulla fosse. Invece da quell’angolo minuscolo della storia tutto inaspettatamente cambia per sempre. E non sarà certo una gaffe burocratica di qualche organismo internazionale a impedire alla stella cometa di indicare all’umanità la via della Salvezza.

Quanti discendenti dell’assassino Erode cercano il nascituro per eliminarlo in una strage degli innocenti che ancora non ha fine! Dalle creature più indifese soppresse nel grembo materno, alle criminali politiche per la denatalità che azzerano future generazioni, allo sterminio dei bambini ai quali mancano i farmaci basilari proprio ora che si spendono miliardi per armamenti sempre più sofisticati e crudeli. Come chiudere poi gli occhi davanti all’infanzia ridotta alla fame e al gelo lungo le frontiere di “nonna Europa”? Ma quella nonna lascerebbe i nipoti morire di freddo di fronte ai muri dell’indifferenza spietata e del calcolo geopolitico? Anche nelle nostre Marche la raffigurazione più sintomatica della negazione di ogni vita nascente è la chiusura dei reparti ospedalieri nei quali è vietato nascere. Chiusi i punti nascita, le pediatrie: non è un più una terra per giovani! Cara classe dirigente, quale futuro può esserci senza gli occhi celesti e rosa ai portoni delle nostre case? Il Vangelo insegna a salvaguardare il pane e lo spirito. Gesù è sempre circondato da bambini. Ma come fanno ad accorrere attorno a Lui se nessuno si prende cura di loro o addirittura li considera un problema. Le “Betlemme” di questa Regione a due velocità ( lungo la costa si prova a crescere, nell’interno “segnale assente”, risposte che non arrivano) devono sorgere proprio dove lo spopolamento e la mancanza di opportunità lavorative costringono i giovani a rinviare i loro progetti familiari o a emigrare verso condizioni più accoglienti. Mai quanto in pandemia l’egoismo uccide: nella dimensione individuale soffoca i sogni e le aspirazioni delle potenziali famiglie che non riescono a concretizzare i loro progetti. Nella dimensione globale impedisce di trovare strategie condivise per il rilancio delle Nazioni. Che senso ha, per esempio, vincolare ai brevetti la diffusione di un vaccino che, come disse lo scienziato Sabin per l’antipolio, deve essere patrimonio dell’umanità e non strumento di tornaconto per l’industria farmaceutica? Papa Francesco ha ribadito la necessità di rendere universale l’accesso alla vaccinazione perché “nessuno si salva da solo”, e lasciare miliardi di persone senza immunizzazione equivale a condannarsi a continue mutazioni del virus e ad una emergenza senza uscita. Anche questa è l’avidità omicida dei moderni Erode. La stessa che costringe famiglie sempre più disperate ad affidare i loro piccoli, come Mosè nel racconto biblico, alle acque in tempesta del Mediterraneo: ottomila bambini arrivati nel 2021 senza genitori, il doppio dello scorso anno. Quali ferite rimarranno nel cuore di questi bambinelli sopravvissuti alla brutalità di un tempo ostile e privo di Misericordia? Che adulti diventeranno i pargoletti che il terzo millennio rifiuta? Come non c’è notte così buia da impedire al sole di sorgere, così non può esistere rimozione in grado di cancellare lo spirito di un Dio che si fa bambino.

*Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

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