Essere vicini nelle difficoltà e nel percorso delle Chiese

Essere vicini nelle difficoltà e nel percorso delle Chiese

di Don Aldo Buonaiuto
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Domenica 24 Gennaio 2021, 14:38

«Abbiamo sentito il desiderio di farci vicini gli uni gli altri, insieme alle nostre comunità che sono in Italia. La sofferenza, la malattia, la morte, le difficoltà economiche di tanti, la distanza che ci separa, non vogliamo nascondano né diminuiscano la forza di essere uniti in Cristo Gesù». È un estratto della lettera scritta da monsignor Ambrogio Spreafico, presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo della Conferenza episcopale italiana, monsignor Polykarpos Stavropoulos, vicario patriarcale della Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta, e il pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia. Il testo è stato preparato in occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che si apre lunedì prossimo. I rappresentanti delle varie realtà ecclesiali sottolineano l’importanza di questo appuntamento in un contesto sociale fortemente provato dalla pandemia: «Abbiamo continuato ad uscire per sostenere i poveri, i piccoli, gli anziani, privati spesso della vicinanza di familiari e amici. Le nostre Chiese e comunità hanno trovato unità in quella carità, che è la più grande delle virtù e che, unica, rimarrà come sigillo della nostra comunione fondata nel Signore Gesù». In tutto il nostro Paese si svolgeranno degli eventi – molti dei quali attraverso le piattaforme digitali online – per contribuire a realizzare l’auspicata unità. Sul sito della Chiesa cattolica è disponibile un sussidio con cui accompagnare le iniziative e le preghiere di questi sette giorni. Nella regione Marche sono previsti incontri ad Ancona, e in particolare nel pontificio seminario Pio XI, oltre a diversi momenti organizzati nella Metropolia di Pesaro Fano Urbino. Papa Francesco lunedì 25 gennaio presiederà i secondi vespri della solennità della Conversione di san Paolo apostolo in conclusione della Settimana di preghiera, alla presenza di rappresentanti delle altre Comunità cristiane residenti a Roma e in Italia. Fin dall’inizio del pontificato Papa Bergoglio ha indicato come prioritario il percorso di comunione con le altre Chiese cristiane adoperandosi nell’opera di «costruttore di ponti» e sottolineando che i contrasti sono spesso avvenuti perché «si è infiltrata una mentalità mondana» per la quale «prima si alimentavano gli interessi propri, poi quelli di Gesù Cristo».

Nel 2017 ha permesso il realizzarsi di una fondamentale tappa del cammino coi protestanti, ossia il convegno “Lutero 500 anni dopo” promosso dal Pontificio comitato di scienze storiche. La convention, che alcuni anni prima sarebbe stata del tutto impensabile, ha aiutato non solo a liberarsi dai pregiudizi verso coloro che professano la fede con un accento e un linguaggio diverso, ma anche a chiedersi reciprocamente perdono invocando Dio affinché il dono della riconciliazione non smetta mai di operare nell’animo delle persone. Chi ama veramente la Chiesa può iniziare per primo a cambiare, dentro di sé e nel proprio ambiente, dando l’esempio. Lo Spirito Santo ispira il desiderio di dialogare e di cercare occasioni di confronto suscitando molteplici carismi e creando un’unità armoniosa nelle differenze. Quando manca questa sintonia, si interrompe l’ecumenismo e inizia quello che il Pontefice significativamente chiama «il cammino delle chiacchiere» fomentato da chi si sparla a vicenda e punta il dito contro il fratello vedendo sempre e solo gli aspetti negativi. Papa Francesco incoraggia tutti a mettersi in ascolto dei piccoli e dei poveri perché Dio ama mandare i suoi messaggi proprio attraverso di loro. «Anche noi – ha sottolineato durante la solennità di san Paolo dello scorso anno – abbiamo bisogno di ripetercelo: è nostro dovere attuare il desiderio prioritario di Dio, il quale, come scrive lo stesso Paolo, “vuole che tutti gli uomini siano salvati”. È un invito a non dedicarci esclusivamente alle nostre comunità, ma ad aprirci al bene di tutti, allo sguardo universale di Dio, che si è incarnato per abbracciare l’intero genere umano, ed è morto e risorto per la salvezza di tutti. Se, con la sua grazia, assimiliamo la sua visione, possiamo superare le nostre divisioni».

*Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

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