«La Quaresima è un viaggio che coinvolge tutta la nostra vita, tutto noi stessi. È il tempo per verificare le strade che stiamo percorrendo, per ritrovare la via che ci riporta a casa, per riscoprire il legame fondamentale con Dio, da cui tutto dipende. La Quaresima non è una raccolta di fioretti, è discernere dove è orientato il cuore. Questo è il centro della Quaresima». Le parole pronunciate da Papa Francesco all’inizio della Quaresima, ora che siamo giunti già alla seconda domenica di questo “tempo forte”, dovrebbero essere un invito alla riflessione per tutti coloro che si professano cristiani. La comunità ecclesiale focalizza l’attenzione su tre strumenti fondamentali per vivere nel migliore dei modi questo periodo dedicato al cambiamento di vita, alla conversione: il digiuno, l’elemosina e la preghiera. Seguendo le indicazioni del Pontefice sarebbe opportuno domandarsi quanto si è avanti o indietro nell’obiettivo di «accogliere e vivere la Verità manifestatasi in Cristo» lasciandosi «raggiungere dalla Parola di Dio, che ci viene trasmessa, di generazione in generazione, dalla Chiesa». «Digiunare – spiega il Papa – vuol dire liberare la nostra esistenza da quanto la ingombra, anche dalla saturazione di informazioni, vere o false, e prodotti di consumo» per consentire che Dio dimori in noi. L’altro, il prossimo più vicino, rischia di allontanarsi ulteriormente e anche l’ipertecnologia avanzata della comunicazione, con gli smartphone e internet ai primi posti, hanno la capacità di isolare l’essere umano dal proprio contesto vitale soffocando le relazioni interpersonali oppure addirittura contribuendo ad allontanare i cuori, eliminare gli affetti. Il cammino quaresimale è anche l’occasione per abbandonare uno stile di vita superficiale, in grado di imprigionare l’individuo in una sorta di mediocrità morale rendendolo complice di una società prepotente e disumana che non tiene il passo dei deboli ed è sempre più orientata a cercare soddisfazioni effimere con beni illusori. Riscopriamo il significato della croce di Gesù, unico testimone di speranza anche per i non credenti, e proviamo a metterci in silenzio dinanzi al Signore, riempiendo quegli spazi infecondi dell’indifferenza e del rancore che irrompono ogni giorno in un mondo sempre più bisognoso di amore, verità e giustizia.
*Associazione Comunità Giovanni Paolo XXIII