Un’etica per l’uso corretto dell’intelligenza artificiale. Foto generica

Un’etica per l’uso corretto dell’intelligenza artificiale

di Sauro Longhi
3 Minuti di Lettura
Lunedì 25 Settembre 2023, 01:05

Impressionismo ed intelligenza artificiale, per immaginare come l’innovazione tecnologica può migliorare le nostre condizioni economiche, sociali e culturali se indirizzata e utilizzata correttamente. Non sono uno storico dell’arte né un filosofo, ma amo l’arte e continuo a ricercare soluzioni tecnologiche per farci vivere meglio tutti. Lo sviluppo di calcolatori sempre più potenti e l’immensa quantità di dati, di informazioni codificate in numeri prodotti dalla trasformazione digitale e facilmente reperibili dalla rete internet, hanno reso possibile l’espansione di algoritmi, di strumenti per leggere e interpretare questi dati, per scoprire legami e correlazioni tra i tanti numeri disponibili, per proporre delle interpretazioni di tipo probabilistico capaci di fornire utili previsioni su fenomeni complessi, come condurre in modo automatico e con maggiore sicurezza un’auto immersa nel traffico cittadino, o interpretare e generare immagini o testi a partire da semplici indicazioni, oppure migliorare la progettazione e la produzione di oggetti complessi come i vaccini. Solo per citare alcuni esempi delle soluzioni offerte dall’intelligenza artificiale. Le potenzialità di questa nuova tecnologia non sono del tutto ancora evidenti, vi è l’urgente necessità di condividere regole per un suo corretto e consapevole utilizzo, ma soprattutto per regolamentarne e certificarne i dati, le informazioni utilizzate, che sono le fondamenta su cui poggia ogni strumento di intelligenza artificiale. Le opportunità sono tante e dovranno essere indirizzate su soluzioni utili a farci vivere meglio, per creare più posti di lavoro e ridurre la fatica e incrementare la sicurezza nelle molteplici attività lavorative.

Nella seconda metà dell’Ottocento iniziò a svilupparsi la fotografia, una innovazione tecnologica rivoluzionaria per quel periodo, con la possibilità di rappresentare e tramandare opere architettoniche, volti, paesaggi, in maniera semplice e veloce, senza più ricorrere al disegno o alla pittura. Ma questo non limitò l’arte e gli artisti, nello stesso periodo nacque una corrente artistica che rivoluzionò la pittura con un nuovo modo di dipingere, l’Impressionismo, da cui trovò ispirazione tutta l’arte moderna.

Un movimento artistico che cercava di cogliere l’impressione visiva della realtà, con una esecuzione rapida senza ritocchi e sfumature, un’arte essenziale capace di valorizzare la luce e i colori, senza inutili appesantimenti, capace di esprimere ciò che l’artista vedeva senza la necessità di rappresentare perfettamente la realtà. Per questa vi era ormai la fotografia, ma l’impressione che l’artista riusciva a cogliere rendeva le opere essenziali e maggiormente espressive. Le potenzialità dell’Intelligenza artificiale non sono ancora tutte evidenti, ma non potranno sostituirsi alle nostre capacità creative, potrà generare un testo coerente in rima baciata ma non riuscirà a trasmettere le emozioni del poeta, potrà comporre un quadro ma non ci racconterà delle sensazioni dell’artista. È dunque fondamentale individuare un’etica per un suo uso responsabile e consapevole e affiancare allo sviluppo tecnologico un doveroso impegno per individuare regole condivise soprattutto per la protezione e valorizzazione dei dati. La tecnologia è semplice ma occorre responsabilità nel suo utilizzo, come del resto per qualsiasi altro strumento tecnologico, pensate all’energia nucleare, può curare ma può anche uccidere. La sfida che ci attende è la scrittura di queste regole comuni e soprattutto lo sviluppo di una cultura per favorirne la diffusione e l’applicazione. Andrà fatto soprattutto per le nuove generazioni, quelle che più utilizzeranno questa tecnologia. Anche nei modelli educativi e di formazione occorrerà pensare a trasformazioni, gli studenti avranno molti più strumenti per apprendere, per conoscere, sarà necessario da un lato rendere affidabili questi strumenti dall’altro far crescere le capacità di analisi, di critica e di riflessione. Forse nascerà un nuovo impressionismo.

*Dipartimento di Ingegneria dell’informazione
Facoltà di Ingegneria
Università Politecnica
delle Marche

© RIPRODUZIONE RISERVATA