Papa Francesco

La bellezza del perdono un faro sulle debolezze

di Don Aldo Buonaiuto
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Domenica 24 Aprile 2022, 20:14

«La misericordia è dono di Dio, forza che tutto vince, che riempie il cuore di amore e che consola con il perdono». Le parole che Papa Francesco ha pronunciato durante l’ultimo incontro dei “Missionari della Misericordia” rappresentano una guida per quei sacerdoti cui è stata data l’«autorità di perdonare anche i peccati che sono riservati alla Sede Apostolica». In un momento di così forte insicurezza e precarietà anche questo è un segno di speranza perché fornisce la certezza che Dio viene incontro e non abbandona mai l’uomo. Il Pontefice a sorpresa, nella sua lettera a conclusione del Giubileo del 2015-2016, aveva stabilito che i Missionari della Misericordia non terminassero il loro compito ma che questo proseguisse per altro tempo.

Ne è seguita una grande mobilitazione delle coscienze, a partire dagli uomini di Chiesa tanto provocati dal Papa, per portare nella vita sociale una cultura che mostrasse la bellezza del perdono, un faro luminoso puntato su debolezze, limiti, errori e miserie dei nostri fratelli più ultimi ed emarginati, un gesto pieno di empatia per quest’umanità ferita. L’invito ad agire e reagire a favore di un “modus operandi” che contempli il dialogo, la comprensione, l’accoglienza da donare a chiunque è un segno bellissimo che continua a portare frutto. Riflettere sul valore della misericordia è fondamentale in una società affetta da ciò che il successore di Pietro ha definito “cardiosclerosi”, una delle più gravi malattie di questo tempo.

Da ieri, noi Missionari della Misericordia ci stiamo incontrando a Roma, con due anni di ritardo a causa del covid. Nel mondo, il numero di questi presbiteri, chiamati ad assolvere anche i peccati il cui perdono è riservato al Pontefice, è in costante aumento: al momento sono 1.040. All’appuntamento, che si conclude domani, partecipano 400 sacerdoti, provenienti dai cinque continenti, per la terza volta dopo l’istituzione di questo ministero al quale anch’io sono stato chiamato. Oggi i Missionari partecipano alla Messa della domenica della Divina Misericordia presieduta nella basilica di San Pietro da Papa Francesco che li incontrerà nuovamente in udienza lunedì.

La Chiesa, definita più volte dall’attuale successore di Pietro un “ospedale da campo”, ha la missione di riscaldare il cuore dei fedeli con la misericordia. Viviamo un’epoca di gravi conflitti, in Ucraina e in altre parti del globo. Dense nubi si accalcano all’orizzonte della storia e un senso di smarrimento domina nelle coscienze della gente. Si avverte un forte desiderio di sicurezza e di pace, ideali impossibili da trovare lontani da Dio. Ognuno detiene il bene del proprio fratello; se ciò non avviene si genera un sistema spietato con tensioni e conflitti costanti tra popoli dove la guerra non solo è strutturale ma deve essere organizzata come metodo preventivo.

I Missionari della Misericordia, nella predicazione e nella confessione, dovranno continuare a essere messaggeri e testimoni della pacificazione del cuore che ha origine dall’abbraccio misericordioso dell’Onnipotente. Sacerdoti pazienti, capaci di comprendere i limiti degli uomini, aiutano tutti i credenti a vivere sull’esempio del Padre che chiede di non giudicare e di non condannare, ma di perdonare e di donare amore, avendo sempre dinanzi agli occhi la figura tenera e salda del Buon Pastore che si fa carico delle sofferenze e dei drammi dell’umanità. Tutti siamo chiamati a lanciarci nell’“avventura della misericordia” costruendo ponti, abbattendo muri, soccorrendo il povero, il profugo, chi si sente solo e abbandonato, chi non trova più un senso alla sua vita.

Nonostante i numerosi tradimenti perpetrati da un’umanità irriconoscente, Gesù bussa al cuore di ognuno ricordando ai cristiani assopiti nella propria fede che il “passaggio” dall’oscurità alla luce, dalla morte alla vita, dalla schiavitù alla libertà è un evento realizzabile nella quotidianità. Il peccato, la tenebra non hanno l’ultima parola perché il Risorto, entrato con la Pasqua nelle nostre case, fa comprendere a ogni individuo che su questa Terra non è più solo: ha un futuro, delle radici profonde, non è frutto del caso, ma è tempio e comunione con Dio Amore.

* Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII

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