La custodia del creato parla alla lotta alle disuguaglianze

La custodia del creato parla alla lotta alle disuguaglianze

di Don Aldo Buonaiuto
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Domenica 18 Aprile 2021, 09:03 - Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 20:27

«La custodia, o la mancata custodia, della casa comune – in quanto siamo tutti parte dell’umanità – incide direttamente sulla nostra salute. Gli effetti ambientali prodotti dalle nostre scelte hanno una incidenza diretta sulla salute fisica, psichica e sociale di tutti, e di ciò l’umanità è responsabile, prima che vittima». Sono le parole del presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, durante il convegno online “Custodire le nostre Terre” che si è svolto ieri ad Acerra (luogo simbolo della “Terra dei fuochi”) per iniziativa della chiesa cattolica italiana. L’evento è stato un importante momento di riflessione per accrescere maturità e consapevolezza sugli argomenti al centro dell’enciclica Laudato si’ e in particolare sui temi dell’ambiente, della salute e del lavoro. Inoltre, è stato possibile fare il punto della situazione a sei anni dall’uscita della succitata enciclica pubblicata da Papa Francesco. A fronte di una debolezza di risposte da parte della politica, la Chiesa ha saputo ascoltare il grido della Terra e dei poveri, diventando spesso l’unico punto di riferimento per la gente. L’appuntamento ha chiamato a raccolta 78 diocesi, ben un terzo del totale, che ospitano i 42 “siti di interesse nazionale”, i più inquinati d’Italia in attesa di bonifica. “La coscienza della gravità della crisi culturale ed ecologica – ha scritto il Pontefice nella Laudato si’ – deve tradursi in nuove abitudini. Molti sanno che il progresso attuale e il semplice accumulo di oggetti o piaceri non bastano per dare senso e gioia al cuore umano, ma non si sentono capaci di rinunciare a quanto il mercato offre loro. Nei Paesi che dovrebbero produrre i maggiori cambiamenti di abitudini di consumo, i giovani hanno una nuova sensibilità ecologica e uno spirito generoso, e alcuni di loro lottano in modo ammirevole per la difesa dell’ambiente, ma sono cresciuti in un contesto di altissimo consumo e di benessere che rende difficile la maturazione di altre abitudini”. È necessario affrontare l’utilizzo imprevidente delle risorse del pianeta a vari livelli: dal comportamento individuale alle politiche nazionali, fino agli accordi internazionali multilaterali.

L’atteggiamento dovrebbe essere etico e non unicamente fondato sulla logica del profitto, integrando tutela del creato e lotta a povertà ed esclusione sociale. Ed è questo il punto focale se vogliamo veramente prenderci cura della Terra portando avanti il principio di un’ecologia integrale fatta di semplici gesti quotidiani nei quali viene spezzata la tragica spirale della violenza, dello sfruttamento, dell’indifferenza. L’uomo, sempre più drammaticamente attratto dall’idolatria dei beni materiali, è colpevole di sprecare energie e talenti in attività dannose e contrarie alla pace, oltre che al rispetto e al bene della collettività. La difesa del creato, l’ambiente – considerato anche nelle sue dimensioni umane e sociali – e la lotta alle diseguaglianze sono aspetti imprescindibili e strettamente connessi. In questo contesto la distruzione dell’ecosistema contribuisce al perpetrarsi di una logica “usa e getta” che non risparmia niente e nessuno. Ciò produce, anche alle nostre latitudini, diversi tipi di povertà che affliggono tanti individui e un numero sempre maggiore di famiglie, oltre a minacciare la vita di uomini soli e anziani. Restare in silenzio di fronte a queste ingiustizie significa mettersi dalla parte dei potenti e dei prepotenti che pensano solo a ottenere il maggiore utile immediato secondo gli spietati meccanismi dell’economia. Le disparità sociali possono essere combattute con la solidarietà e la condivisione, assieme all’ascolto e all’accoglienza verso gli ultimi, avendo chiaro che il principio cardine è sempre la dignità dell’essere umano. Il creato ci è stato donato non per essere sfruttato, ma per essere preservato e allo stesso tempo valorizzato dall’ingegno umano, senza dimenticare i fragili equilibri che legano ogni creatura vivente al Pianeta. Impariamo dunque a rispettare quello che ci circonda come un grande mistero del quale non siamo i padroni o i proprietari assoluti, ma gli amministratori per il bene di tutti.

* Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII


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