“Ancona - Città delle Buche”, l’idea per un brand vincente

“Ancona - Città delle Buche”, l’idea per un brand vincente

di Giovanni Guidi Buffarini
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Venerdì 15 Marzo 2024, 02:25 - Ultimo aggiornamento: 16:32

Dunque ad Ancona «Non ci sono soldi». Così sul Corriere Adriatico di ieri. Non ci sono soldi nemmeno dopo la Manovrina approntata dal Comune. Non ci sono soldi bastanti per il verde (sfalci), per le scuole (manutenzioni), per i servizi sociali. E non ci sono soldi per le strade. Per tappare le buche. Mica lo sostiene solo il nostro giornale. L'ha detto anche, in consiglio comunale e non al bar fra quattro amici ciarlieri, l'assessore competente, Tombolini. Mentre il sindaco Silvetti afferma che la cifra stanziata permetterà di tapparne a sufficienza. A fine anno vedremo chi avrà avuto ragione. Per ciò che mi riguarda hanno strategicamente torto entrambi. L'ho scritto, l'ho riscritto, lo ripeto. Dato che il Comune di Ancona, come l'Italia tutta del resto, c'ha le pezze arcù, dovrebbe smetterla di muovere vana guerra alle buche, tapparne una mentre se ne aprono dieci. Lo ammetto, a me le buche un po' stanno simpatiche: perché mi ispirano sempre nuovi paradossi e un paradosso al giorno leva il medico di torno, credo, almeno fino a oggi è stato così, dita incrociate. Basta poco, basta un cambio del punto di vista per rendersi conto di quali opportunità, di quali vantaggi offrano le buche solo che la si smetta di considerarle un problema e di buttarci vagonate di quattrini dentro nell'illusione di liberarsene.

Un fiorente sistema di buche - non ostacolato nel suo naturale sviluppo - non sarebbe forse una formidabile calamita per turisti? Altro che puntare sulle bellezze artistiche: ce l'hanno tutti. Altro che enogastronomia: in Italia si mangia benissimo ovunque. Altro che eventi: di nuovo, li fanno tutti. "Ancona - Città delle Buche" sì che sarebbe un brand vincente. Perché originale (occhio che i romani non ci arrivino prima: i loro crateri sono più frequenti e profondi dei nostri). E perché il turismo del degrado tira moltissimo, qualcuno provi a smentirmi. Un esuberante sistema di buche renderebbe inoltre superflua ogni norma per la sicurezza stradale. Altro che la ventilata, odiosa Zona 30 con l'autovelox carogna pronto a pigliarti in castagna.

Un asfalto adeguatamente tempestato di buche sarebbe una Zona 15 naturalmente obbligata, nessuna necessità di sorvegliare e punire. Limite invalicabile, a non volerci rimettere lo pneumatico, il semiasse, il quel che volete. E nessun guidatore s'azzarderebbe a toccare il cellulare, va da sé. Strade in teoria più pericolose, sarebbero in realtà molto più sicure. Più importante ancora.

Un nastro d'asfalto continuamente craterato - buchetta neonata, buca media, voragine, "Quella mi sa che intende far concorrenza alla Fossa delle Marianne" -, una lunga, potenzialmente interminabile Zona 15 non imposta da alcun cartello, da alcun articolo del Novissimo Codice della Strada, insegnerebbe all'automobilista, l'essere più irritabile in natura, neanche il tempo di mettere in moto che già rivolgi pensieri niente amichevoli a ogni altro conducente nel tuo campo visivo, ci insegnerebbe dunque la virtù della pazienza. Diventeremmo maestri zen, del tutto immuni allo stress in ogni circostanza, in ogni prova della vita, per quanto ardua. Aumento della salute personale e sociale, vi par poco? E ancora, strade ancor più aggrovierate che oggi non siano, sarebbero benefiche pure per i pedoni. Passeggiamo con gli occhi fissi al cellulare. Vediamo nulla di quel che ci circonda, sentiamo nulla, in testa mille stupidi pensieri accavallati: «Devo messaggiare Caio, perché Sempronia non chiama?, chissà cos'è 'sta notifica, che volevo googlare trenta secondi fa?». Almeno attraversando la strada dovremmo recuperare la presenza, vivere il momento: per non salutare il malleolo, risucchiato nel buco nero. Infine (per oggi, per un po', mica per sempre), buche lasciate libere di crescere, di approfondirsi, mese dopo mese anno dopo anno, ci ricorderebbero che sebbene ci sentiamo ancora ragazzi non lo siamo più. Che il tempo passa e non lo fermi. Ci insegnerebbero le buche - col loro invecchiare, mentre il nostro pretendiamo di ignorarlo - a non sprecarne neanche un secondo. Dopo 'sto sproloquio, volete continuare a muover ennesima guerra alle buche? Vinceranno ancora le buche. Ancona bucata, l'Italia bucata. Ridiamo per non deprimerci.
*​Opinionista
e critico cinematografico

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