Il Tfr in busta paga è un flop
Lo ha chiesto solo lo 0.1%

Il Tfr in busta paga è un flop Lo ha chiesto solo lo 0.1%
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Sabato 30 Maggio 2015, 18:52 - Ultimo aggiornamento: 5 Giugno, 16:34
ROMA - L'operazione Tfr in busta paga per rimpolpare le retribuzioni e aumentare i consumi rischia di tradursi in un flop. Nel primo mese di avvio della misura prevista dalla legge di stabilità 2015, secondo i calcoli della Fondazione studi dei consulenti del lavoro sui dipendenti delle grandi aziende, meno dello 0,1% delle persone ha fatto richiesta per l'anticipazione del Tfr.



Su circa un milione di buste paga di maggio elaborate, sottolineano i consulenti, solo 567 persone hanno chiesto il Qu.ir (quota integrativa della retribuzione, il nome della quota maturanda del Tfr anticipata), una percentuale di appena lo 0,0567 legata soprattutto alla scarsa convenienza sotto il profilo fiscale. La monetizzazione del Tfr, infatti, è tassata in maniera ordinaria e quindi resta meno vantaggiosa rispetto a quella separata prevista a fine carriera per la vecchia liquidazione.



La richiesta del Qu.ir può essere utile solo per quelle persone che hanno detrazioni fiscali che eccedono l'imposta lorda e quindi non riescono a usufruirne (sarebbero ripescate con il Qu.ir all'aumento dell'imposta) o per quelle che non prendono il bonus di 80 euro perchè sono nella no tax area (con il Qu.ir ne uscirebbero ma parte dell'imposizione sarebbe annullata). Per le altre persone la misura è neutra fino a una retribuzione di circa 15.000 euro ma diventa penalizzante appena la retribuzione sale.



L'accesso alla misura è molto ampio con per unico requisito un'anzianità aziendale di almeno 6 mesi (per tutti i lavoratori dipendenti esclusi i pubblici, gli agricoli e quelli domestici) ma «l'uovo oggi» al posto della «gallina domani» non ha convinto le persone ormai abituate da anni al «tesoretto» a fine carriera in genere utilizzato per acquisti immobiliari (è possibile anche chiederne l'anticipo fino al 70% dell'importo). Inoltre la misura non ha convinto coloro che avevano già destinato il Tfr ai fondi pensione integrativi.



Solo il 10% della già scarsissima platea che ha firmato per la Qu.ir lo ha fatto spostando la quota maturanda di Tfr dai fondi. O forse non è piaciuta l'irrevocabilità della scelta, una volta fatta, fino a giugno del 2018. Nel complesso Il Tfr dei lavoratori dipendenti vale circa 20 miliardi l'anno per i lavoratori interessati alla misura. Nella relazione tecnica della legge stabilità il governo aveva ipotizzato che a regime, la norma potesse interessare circa il 40-50% dei lavoratori destinatari dell'operazione.



«I consulenti del lavoro all'indomani dell'approvazione dell'operazione 'tfr in busta pagà - sottolinea la presidente del Consiglio nazionale dei Consulenti, Marina Calderone - avevano preventivato una scarsa adesione. Oggi ne abbiamo la conferma è il dato non ci stupisce. Questo insuccesso è l'ennesima dimostrazione che la politica ha spesso la percezione delle esigenze del mondo del lavoro ma non è in stretto contatto con chi parla tutti i giorni con lavoratori e imprese. La bontà del provvedimento è apprezzabile, ma non la sua struttura tecnica poichè la tassazione applicata a questa misura ne ha determinato il suo insuccesso fino ad oggi».
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