Statali: smart working, buoni pasto, premi e promozioni: come sarà il nuovo contratto

I contenuti in attesa della discussione finale tra sindacati e Aran e del varo definitivo a gennaio

Dallo smart working a buoni pasto, premi e promozioni: la guida completa al nuovo contratto degli statali
Dallo smart working a buoni pasto, premi e promozioni: la guida completa al nuovo contratto degli statali
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Venerdì 22 Ottobre 2021, 17:17

Il nuovo contratto degli statali prende sempre più forma, in attesa della discussione finale tra sindacati e Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) e del varo definitivo a gennaio. Nessun tetto o limite allo smart working, definizione del "lavoro da domicilio", regole precise per i buoni pasto e novità importanti su premi di produttività e promozioni.

Le ultime notizie sono state fornite in anteprima proprio da Il Messaggero, che ha potuto visionare le linee guida del nuovo lavoro agile nella Pa redatte dal ministero guidate da Renato Brunetta.ùIl nuovo contratto degli statali, prende sempre più forma, in attesa della discussione finale tra sindacati e Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) e del varo definitivo a gennaio. Nessun tetto o limite allo smart working, definizione del "lavoro da domicilio", regole precise per i buoni pasto e novità importanti su premi di produttività e promozioni. Le ultime notizie sono state fornite in anteprima proprio da Il Messaggero, che ha potuto visionare le linee guida del nuovo lavoro agile nella Pa redatte dal ministero guidate da Renato Brunetta.

Lo scopo di quest'ultime è introdurre «una disciplina che garantisca condizioni di lavoro trasparenti, che favorisca la produttività e l’orientamento risultati, concili le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori con le esigenze organizzative delle pubbliche amministrazioni, consentendo, ad un tempo, il miglioramento dei servizi pubblici e dell’equilibrio fra vita professionale e vita privata». Ma più precisamente come sarà organizzato il lavoro degli statali?

Rinnovo del contratto per gli statali, le regole sullo smart working

L’annunciato tetto del 15% al lavoro agile è saltato. Dopo un confronto con i tecnici del ministero e le varie amministrazioni Brunetta pone solo otto condizioni, in attesa dei Piani unici che dovranno essere approvati entro la fine di gennaio. La prima è «l’invarianza» dei servizi offerti all’utenza, la seconda è che i dipendenti dovranno comunque assicurare lo svolgimento della loro attività «prevalentemente» in presenza. Il lavoro agile nella Pubblica amministrazione, insomma, sarà un modello «ibrido», in parte a casa ma soprattutto in ufficio. La terza condizione è l’adeguatezza degli strumenti informatici. Le linee guida su questo punto sono particolarmente chiare. Gli enti, viene specificato, dovranno fornire ai lavoratori «idonea dotazione tecnologica». Per accedere alle piattaforme dell’amministrazione, insoltre, si potrà usare solo la connessione internet fornita dall’amministrazione stessa. Se il dipendente ha un cellulare di servizio potrà essere contattato solo su quello, non anche sui telefoni personali.

In nessun caso, dunque, potranno essere usate utenze domestiche per connettersi alla rete aziendale.

«Nel lavoro da remoto - spiega l'Aran- la prestazione si effettua in un luogo diverso dalla sede o dall'ufficio al quale il dipendente è assegnato ma nel rispetto degli obblighi di presenza derivanti dalle disposizioni in materia di orario di lavoro». Questo lavoro realizzabile con l'ausilio di dispositivi tecnologici, messi a disposizione dall'amministrazione - può essere svolto come telelavoro domiciliare, che comporta la prestazione dell'attività lavorativa dal domicilio del dipendente, ma anche in centri satellite. Il lavoratore, sempre secondo l'ultima bozza di contratto, ha gli stessi obblighi derivanti dallo svolgimento della prestazione lavorativa presso la sede dell'ufficio, «con particolare riferimento al rispetto delle disposizioni in materia di orario di lavoro» e sono naturalmente garantiti tutti i diritti previsti dal contratto per il lavoro svolto presso la sede dell'ufficio, con particolare riferimento a buoni pasto, riposi, pause e permessi orari.

L'adesione volontaria e la disconnessione

L’adesione al lavoro agile sarà volontaria. I dipendenti dovranno sottoscrivere un accordo individuale con i datori di lavoro. «L’amministrazione», spiegano le linee guida, «nel dare accesso al lavoro agile ha cura di conciliare le esigenze di benessere e flessibilità dei lavoratori con gli obiettivi di miglioramento del servizio pubblico». Altra condizione è lo smaltimento del lavoro arretrato. L’amministrazione a cui appartiene il lavoratore deve avere un piano in tal senso, altrimenti non può attivare il lavoro agile. Nell’accordo individuale, poi, dovranno essere assegnati gli obiettivi ai dipendenti. L’accordo potrà essere a tempo determinato o a tempo indeterminato. Il lavoratore o l’amministrazione, hanno la possibilità di sciogliere l’accordo con un preavviso di 30 giorni. A meno che non ci siano delle urgenze. Il lavoratore può essere richiamato in sede immediatamente per esigenze di servizio o perché la connessione non funziona bene. Il dipendente, inoltre, avrà diritto a 11 ore di disconnessione consecutive, un periodo durante il quale non potrà essere contattato.

Il lavoro da domicilio e all'estero

Per lo smart working nell'ultima bozza di contratto cade anche il limite dei confini del territorio nazionale, lasciando quindi la possibilità che si faccia anche dall'estero purché siano garantite condizioni di sicurezza del lavoratore, di connessione e di riservatezza dei dati. Sarà comunque necessario un accordo tra amministrazione e dipendente ed è probabile che il lavoro all'estero sia concesso solo per situazioni particolari come quella dei frontalieri o come il caso di dipendenti che devono seguire il coniuge trasferito all'estero. 

Le linee guida del ministero della Pa introducono poi una seconda modalità di smart working, quello che potrebbe essere definito “lavoro a domicilio”. In questo caso il dipendente dovrà rispettare da casa lo stesso orario di lavoro che farebbe in ufficio.

I premi e gli scatti di carriera

Per premi e scatti di carriera, poi, si vuole garantire più meritocrazia, guardando alla qualità del lavoro. Ieri il ministro Brunetta ha quindi annunciato che nella prossima legge di Bilancio ci sarà uno stanziamento di 300 milioni per finanziare il nuovo ordinamento professionale (in pratica le progressioni di carriera) degli statali. La manovra, inoltre, sbloccherà i fondi per il salario accessorio, quella parte della retribuzione dei dipendenti pubblici legata alla produttività attraverso l’erogazione di premi e di indennità. Tema anche questo oggetto di una profonda riforma all’interno del nuovo contratto che i sindacati stanno negoziando con l’Aran. Ci saranno quattro aree professionali (operatori, assistenti, funzionari e elevate professionalità) con progressioni economiche nel momento di passaggio da una fascia all'altra. Saranno possibili anche progressioni di salario orizzontali (all'interno della spessa area), ma si terrà conto soprattutto della performance (almeno per il 50%), rispetto all'esperienza (al massimo il 40%).

Scomparirebbe poi la valutazione dei titoli di studio o professionali per accedere agli “scatti”. Verrebbe invece previsto che chi, per almeno 6 anni, non ha avuto nessuna progressione, avrà un “punteggio bonus” del 3%. Ma la novità è anche un’altra. All’interno dell’area dei funzionari, vengono create delle posizioni organizzative con le quali vengono assegnate ai dipendenti più qualificati delle particolari responsabilità a tempo, in cambio di uno stipendio più elevato. Anche nell’area inferiore, quella degli assistenti, arriveranno delle figure del genere. Un modo, probabilmente, per compensare gli attuali dipendenti pubblici dalla nascita della quarta area, quella delle alte professionalità (simile ai Quadri nel privato), che inizialmente ospiterà soprattutto gli assunti del Recovery Plan. 

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