Cartelle pazze, niente atti ad agosto e nelle ferie di Natale. E più tutele ai contribuenti

Il nuovo Statuto all’esame del prossimo cdm. All’Agenzia delle Entrate l’onere della prova

Cartelle pazze, niente atti ad agosto e nelle ferie di Natale. E più tutele ai contribuenti
Cartelle pazze, niente atti ad agosto e nelle ferie di Natale. E più tutele ai contribuenti
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Sabato 21 Ottobre 2023, 10:14

Sulla riforma fiscale il governo prova ad imprimere una nuova accelerazione. Nel consiglio dei ministri di lunedì arriveranno altri due decreti firmati dal vice ministro dell’Economia, Maurizio Leo.

Il primo rivedrà molte delle scadenze per i versamenti fiscali attualmente in vigore. Il secondo, invece, è destinato a rivoluzionare i rapporti tra il Fisco e i contribuenti. Partiamo da quest’ultimo.

Cartelle, il ruolo delle Entrate

Il provvedimento rafforzerà le previsioni dello “statuto del contribuente”, probabilmente una delle migliori leggi scritte a tutela di chi adempie onestamente ai propri obblighi fiscali, ma anche una delle più disattese. L’obiettivo del decreto è provare a rendere più efficaci le previsioni dello Statuto.

Innanzitutto introducendo un obbligo più stringente per l’Agenzia delle Entrate, che dovrà motivare i suoi atti impositivi anche mediante l’indicazione delle «prove» sulle quali si basa la pretesa. Gli accertamenti insomma, non potranno basarsi su presunzioni, ma su fatti certi. Si tratta di un deciso rafforzamento dell’onere della prova a carico del Fisco. 

I criteri

Le disposizioni dello Statuto del contribuente, inoltre, saranno qualificate come «principi generali dell’ordinamento e criteri di interpretazione adeguatrice della legislazione tributaria». Che cosa significa esattamente? Che se su una norma fiscale c’è un dubbio interpretativo farà fede quanto c’è scritto nello Statuto. Ossia prevarrà l’interpretazione più favorevole al contribuente.

 
Nel decreto inoltre sarebbe anche previsto un rafforzamento del principio del “legittimo affidamento” del contribuente. Si tratta di una indicazione già contenuta nell’attuale Statuto del contribuente e prevede che i rapporti tra contribuente e amministrazione finanziaria siano improntati al principio della collaborazione e della buona fede. Viene dunque disposto che non possono essere comminate sanzioni né richiesti interessi moratori al contribuente qualora quest’ultimo si sia conformato a indicazioni contenute in atti dell’amministrazione finanziaria, o qualora il suo comportamento risulti posto in essere a seguito di fatti direttamente conseguenti a ritardi, omissioni od errori dell’amministrazione stessa.

Il calendario

Oltre al decreto sui rapporti tra Fisco e contribuenti, arriverà anche un provvedimento che riscriverà il calendario degli appuntamenti fiscali.

La novità più rilevante riguarda le “pause” che saranno imposte alla macchina fiscale in alcuni periodi dell’anno. Nel mese di agosto, durante le ferie estive, e nel periodo a cavallo tra Natale e l’inizio dell’anno, l’Agenzia delle Entrate non potrà consegnare accertamenti, inviare lettere di compliance o cartelle. Un modo per “non disturbare” i contribuenti in alcuni periodi dell’anno normalmente destinati al riposo. 

La scadenza

Il provvedimento rivedrà anche la scadenza per le dichiarazioni fiscali delle Partite Iva che dovrebbe essere fissata tra la fine di settembre e il 15 di ottobre. Si tratta di un passaggio che si incrocia anche con l’arrivo del concordato preventivo biennale. L’adesione a quest’ultimo sarà fissata qualche mese prima, probabilmente tra maggio e giugno. 


Tra settembre e ottobre sarà comunque necessario presentare la dichiarazione anche per coloro che avranno aderito al concordato biennale. Anche perché sarà introdotta una “soglia” di scostamento tra quanto “concordato” e quanto poi effettivamente dichiarato. Se questa soglia sarà superata si perderanno i benefici del concordato e si incapperà anche nelle sanzioni. Un modo per evitare che il concordato si possa trasformare in un condono.

Ieri il ministro Leo intervenendo al trentennale dei Caf, ha sottolineato la necessità di intervenire anche sulle sanzioni. «In Italia», ha detto, «ci sono 5 tipi di sanzioni ma questo sistema va cambiato». Inoltre «ci sono sanzioni amministrative disallineate rispetto al resto dell’Ue», ha osservato, sottolineando che «le sanzioni ci devono essere ma non ho visto tanti contribuenti andare in galera per evasione quindi bisogna incidere sulle sanzioni accessorie che colpiscono di più il contribuente». Leo ha anche sottolineato la necessità di «un’operazione-verità» sui «1.153 miliardi di magazzino di cartelle esattoriali che l’amministrazione fiscale non riesce a riscuotere perché appartengono a soggetti in buona parte deceduti o falliti o con profili che ne impediscono la riscossione».
 

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