Affitti brevi, per chi aumenta la cedolare secca? Le nuove regole e le multe per i proprietari

Affitti brevi, per chi aumenta la cedolare secca? Le nuove regole e le multe per i proprietari
Affitti brevi, per chi aumenta la cedolare secca? Le nuove regole e le multe per i proprietari
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Martedì 19 Dicembre 2023, 15:49

La cedolare secca che sale al 26 per cento, salvo che si tratti del primo appartamento. Il codice identificativo obbligatorio, le norme per tutelare trasparenza e concorrenza. Come cambiano le regole sugli affitti brevi in manovra?

Le nuove regole

La normativa sulle locazioni brevi - chi mette in affitto uno o più appartamenti solo per un limitato periodo di tempo - è stata un punto tra i più discussi della manovra, finito al centro di una lunga trattativa nel centrodestra. Alla fine la quadra si è trovata nel Decreto Anticipi, il provvedimento approvato in via definitiva da Camera e Senato che «anticipa» al mese di dicembre misure che avrebbero avuto effetto da gennaio, in particolare il conguaglio delle pensioni e l’indennità di vacanza contrattuale per i dipendenti pubblici.

La stretta

Fra queste c'è anche la nuova normativa sugli affitti brevi. Il punto di caduta, dopo un tiro alla fune tra Fratelli d'Italia e Forza Italia, è una stretta ben perimetrata sugli affittuari, la normativa antitrust e le tasse da pagare. In sostanza, il decreto Anticipi stabilisce che a partire dal 2024 chi affitta stanze o appartamenti per brevi periodi è tenuto a versare un'imposta sostitutiva del 26 per cento sul ricavato. Un aumento di ben cinque punti percentuali rispetto all'attuale aliquota, in vigore fino al 31 dicembre, del 21 per cento. Aliquota che però rimarrà tale per la locazione del primo immobile. E dunque per la maggior parte degli affittuari italiani, se è vero che solo una ristretta minoranza degli affittuari dispone la locazione di due o più immobili. In altre parole, chi affitta un solo appartamento non vedrà aumentare la cedolare secca.

 

Il codice identificativo

L'altra novità annunciata è l'introduzione di un Codice identificativo nazionale che ogni esercente dovrà avere e indicare sia nelle pubblicità, sia negli annunci online, nonché affiggerlo all'interno dei locali stessi. Si tratta del Codice Cin, una misura in realtà già prevista dal 2020, introdotta dall'allora governo Conte-bis, per combattere l'abusivismo nel mercato delle allocazioni brevi. L'obiettivo è istituire una banca dati sugli affitti turistici e aumentare la trasparenza nei confronti dei clienti in modo da ridurre al minimo l'evasione e le distorsioni di mercato.

Sull'introduzione di un Codice da esporre nei locali e sui siti online si era del resto già trovato un accordo in seno alla Conferenza Stato-Regioni con la firma di un protocollo nel 2022.

 

Le multe

La nuova normativa nel decreto Anticipi delinea però nel dettaglio il regime sanzionatorio per chi non espone il Codice per gli affitti brevi. Le multe vanno da una sanzione pecuniaria di 800 euro fino a 8mila euro, a seconda delle dimensioni della struttura o dell'immobile affittato, se lo stesso è privo di Cin. In caso di mancata esposizione all'esterno dello stabile, la sanzione pecuniaria va dai 500 ai 5mila euro.

Quando l’attività è esercitata in forma imprenditoriale, è sanzionata sia l’assenza dei requisiti di sicurezza prescritti dalla normativa statale e regionale vigente, che la mancata presentazione della Scia (Segnalazione certificata di inizio attività). Quest’ultima è punita con la sanzione pecuniaria da 2mila a 10mila euro, a seconda delle dimensioni della struttura o dell’immobile.

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