Entro questa sera l'Italia potrebbe tagliare, o quantomeno rasentare, il traguardo delle dieci milioni di iniezioni di vaccino. Oltre tre milioni di cittadini hanno già ricevuto la doppia dose e poco meno di quattro milioni attendono la seconda. È il bilancio di questo primo trimestre che si sta concludendo tra gli affanni di alcune regioni, le polemiche sulle categorie e le fasce d'età da immunizzare per prime e gli impegni sulle consegne non rispettati da AstraZeneca, che ora cambia anche nome: il vaccino anglo-svedese si chiamerà Vaxzevria, e nel bugiardino saranno citati i casi di trombosi rara che ha colpito alcuni soggetti in tutta Europa con esiti mortali.
La campagna vaccinale italiana accelera, con l'obiettivo di «conseguire la vaccinazione dell'80% della popolazione entro il 30 settembre, dando subito priorità alle persone più vulnerabili»: lo ha detto ieri il commissario straordinario all'emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo, davanti alle commissioni riunite Affari sociali di Camera e Senato. Il generale ha annunciando anche la consegna «entro questo weekend di ulteriori tre milioni di dosi».
Un altro punto fondamentale è il personale: «Puntiamo ad incrementare la platea dei vaccinatori - ha detto il commissario - dando impulso agli accordi con i medici di medicina generale, studi privati, specializzandi, federazione medico sportiva italiana, pediatri e medici ambulatoriali, assunzione di medici a chiamata, odontoiatri, farmacisti». Nessuna deroga però sul criterio di scelta delle categorie: «Se allarghiamo alla grande e piccola distribuzione, ai postini, agli operatori ecologici allora che succede con i fragili, gli over 80?» si chiede Figliuolo.
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