Astrazeneca e Johnson&Johnson, cala il sipario, le Marche riconsegnano 10mila dosi. I vaccini resteranno solo Pfizer e Moderna

Astrazeneca e Johnson&Johnson, cala il sipario, le Marche riconsegnano 10mila dosi. I vaccini resteranno solo Pfizer e Moderna
Astrazeneca e Johnson&Johnson, cala il sipario, le Marche riconsegnano 10mila dosi. I vaccini resteranno solo Pfizer e Moderna
di Martina Marinangeli
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Venerdì 10 Settembre 2021, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 11 Settembre, 10:19

ANCONA Cala il sipario su Astrazeneca e Johnson & Johnson. Per la terza dose – o meglio il richiamo – del vaccino anti-Covid si useranno soltanto i sieri a mRna, ovvero Pfizer e Moderna, e dunque quelli a vettore virale sono destinati ad uscire di scena. Il farmaco anglo-svedese, nello specifico, sarà impiegato solo per completare il ciclo con la seconda dose, mentre J&J, essendo monodose, verrà somministrato fino ad esaurimento scorte. E non manca molto, dato che nel deposito vaccinale dell’Inrca di Ancona è rimasto un quantitativo capace di coprire circa 300 inoculazioni. 

 
La situazione
Diverso, invece, il discorso per AstraZeneca: «Gli hub vaccinali lo rimandano a noi perché non lo stanno più utilizzando – fa sapere il dottor Massimo Di Muzio, dirigente dell’Unità operativa di Farmacia clinica del geriatrico, che dallo scorso dicembre coordina la logistica dei vaccini -. Domani (oggi) riconsegneremo le circa 10mila dosi che abbiamo ancora in dotazione alla struttura commissariale per l’emergenza Covid». Una storia a dir poco travagliata quella di AstraZeneca, con continui e repentini cambi di passo sul target a cui somministrarlo (prima agli under 55, poi a tutti, infine ai soli over 60) e le nubi addensatesi dopo alcune presunte reazioni avverse che avrebbero causato trombosi e, in alcuni casi, decessi, soprattutto tra le giovani donne. 


Il rifiuto dei sieri
Già negli ultimi mesi, l’utilizzo dei sieri a vettore virale era diventato marginale nella campagna vaccinale, anche perché, con la «perentoria raccomandazione» fatta dal ministro della Salute Speranza e dal commissario Figliuolo lo scorso giugno di somministrare J&J ed AstraZeneca solo agli over 60, il target dei giovani era escluso.

Ed in questa fase del piano vaccinale, la maggior parte delle persone che ha ricevuto il siero è under 60. Nello specifico, da inizio settembre, nelle Marche sono state somministrate appena 40 prime dosi del farmaco anglo-svedese (455 i richiami) e circa 280 di J&J, a fronte delle oltre 1500 Moderna e delle quasi 10mila Pfizer.


Il trend
Lo stesso trend era già partito da agosto: erano state poco più di 500 le prime dosi di AstraZeneca somministrate, mentre J&J era arrivati a quasi 2800. Numeri comunque nettamente inferiori a Pfizer – che, peraltro, fin dall’inizio della campagna vaccinale ha rappresentato la stragrande maggioranza della fornitura -, con oltre 62mila prime dosi all’attivo nel mese di agosto, ed a Moderna, a quota 25mila. Sarà proprio sulle forniture di questi ultimi due sieri che dovrà contare la prossima fase della campagna vaccinale. La commissione tecnico scientifica dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha espresso ieri il parere che dà via libera alla terza dose per la vaccinazione anti-Covid, con indicazione di utilizzare i vaccini a mRna. La priorità sarà data, in prima battuta, a soggetti immunodepressi, trapiantati, grandi anziani (over 80), ospiti delle Rsa e sanitari a maggiore rischio (ad esempio se operativi nei reparti Covid). 


Cosa accadrà
La terza dose di richiamo dovrebbe essere somministrata, ad almeno 28 giorni dalla seconda dose alle persone immunodepresse ed ai trapiantati. Per le altre categorie indicate, invece, si parla di almeno sei mesi. È attesa nei prossimi giorni una circolare del ministero della Salute in merito, che decreterà l’avvio delle somministrazioni della terza dose, in attesa di capire se resteranno circoscritte ai target più a rischio della popolazione o se invece dovranno essere estese a tutti i soggetti vaccinabili.

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