A seguito delle attività di sensibilizzazione promosse sull'argomento dalla Direzione generale dei dispositivi medici, con il supporto e la collaborazione delle società scientifiche nazionali, nel nostro Paese si è rilevato un progressivo aumento del numero di casi diagnosticati, passando da uno nel 2010 a 8 casi nel 2015. L'incidenza nel 2015 è stata stimata in 3 casi su 100.000 pazienti impiantati. Il numero dei nuovi casi segnalati nel 2016, 2017 e 2018 si è mantenuto costante ogni anno, così come l'incidenza in Italia negli ultimi 4 anni.
Tuttavia, la rarità della patologia, insieme all'esiguo numero di protesi lisce impiantate nel nostro paese, non consente al ministero di considerare significativo il dato italiano relativo alla tipologia di protesi coinvolta. L'assenza di evidenze scientifiche che possano mettere in correlazione l'impianto con l'insorgenza di questa nuova patologia è condivisa da tutte le Autorità Competenti internazionali. Il ministero della Salute sta rafforzando l'attività di vigilanza su questa tipologia di dispositivi, mediante l'istituzione del registro nazionale delle protesi mammarie, attivo dal 25 marzo scorso. Il ministero della Salute intende promuovere la ricerca scientifica sulla popolazione italiana con questa patologia, per individuare fattori genetici predisponenti che potrebbero aiutare a comprendere meglio l'eziopatogenesi multifattoriale di questa neoplasia. Ciò potrebbe spiegare perché l'Alcl si sviluppi in un paziente a cui è stata impiantata una certa tipologia di protesi e non in un altro portatore della stessa topologia.
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