Tanti squali nel Mediterraneo
Ma non è il caso di preoccuparsi

Tanti squali nel Mediterraneo Ma non è il caso di preoccuparsi
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Domenica 10 Luglio 2016, 21:51 - Ultimo aggiornamento: 22:03

ROMA - Con la stagione estiva in pieno svolgimento, milioni di persone cominciano ad affollare le spiagge e i litorali del Bel Paese alla ricerca della prima tintarella e di rinfrescanti bagni di mare. Così, conquistato un fazzoletto di spiaggia e piantato l’ombrellone, tempo due minuti e ci si ritrova in acqua. Un tuffo, un altro ancora. Una nuotata fino alla “secca” che è proprio laggiù. Ancora un paio di bracciate e ci siamo. L’acqua si fa più fresca. Poi, salendo, è più dolce. Coccola. Uno sguardo alla riva che sembrava più vicina. Meglio tornare. L’azzurro del mare, man mano che ti avvicini, cambia colore. Più verde, più chiaro, rassicurante. Quella sensazione che avevi quando eri ancora al largo, è svanita. Tuttavia, ti giri per un’ultima occhiata. Perché, pensi, non si sa mai..
  Ecco, è proprio da quel non si sa mai che la nostra storia vuole iniziare. Perché è’ proprio da lì che tutto è cominciato. Da quella piccola e sfuggente sensazione di non essere soli in acqua alla vera e propria fobia del mostro marino pronto ad attaccare chiunque si addentri nel suo regno.

Sappiamo tutti (o quasi) che i mostri dei film vivono soltanto al cinema ma, nonostante tutto, ogni volta che arriva l’estate e capita qualche raro avvistamento di squali, la fobia sembra colpire di nuovo. Come se qualcuno avesse trasportato le poltroncine del multisala sulle spiagge, ci accomodiamo e, tra un popcorn ed un pezzo di cocco bello, aspettiamo di vedere chissà che cosa.  

Ricordiamo tutti la verdesca di un paio di metri che era stata avvistata nella zona dei cantieri navali di Ostia qualche mese fa. Allora, fu addirittura allertata la Guardia Costiera. E’ poi notizia di queste ore, invece, quella di un avvistamento di tutt’altro tenore. Nelle acque del Messinese, sarebbe stato visto un grande squalo bianco di 5 metri. Per chi, come chi scrive, è di ritorno da un mese di studio e osservazione dedicato allo squalo bianco nelle acque sudafricane, quest’ultima notizia non può altro che far piacere.

Impossibile stare qui ad elencare le migliaia di testimonianze raccolte dagli studiosi nel corso degli anni che si riferiscono agli avvistamenti di grandi squali nel Mare Nostrum. Dal Tirreno allo Ionio, dall’Adriatico al Ligure, sono decine le specie di squali che abbondavano nelle nostre acque.

Il Pinocchio di Collodi che, alla fine del romanzo, viene inghiottito dal Pescecane, è solo uno degli esempi che la Letteratura italiana ci offre. Così come l’Enciclopedia Italiana degli anni 30 che, alla voce Pescecane (nome tutto italiano con il quale veniva chiamato lo squalo bianco) recita ..pesce comune nel Mediterraneo, soprattutto in Adriatico.

Sì, perché gli squali, bianco compreso, sono presenti da sempre nei nostri mari. Tra le specie più comuni, la Verdesca o squalo azzurro, il Mako, lo squalo volpe, lo spinarolo, palombi, il tigre della sabbia e il secondo pesce più grande del mondo dopo lo squalo balena, il cetorino o squalo elefante. Insomma, ce n’è per tutti i gusti, anche culinari. Già, perché molti degli squali citati, palombo, verdesca e Mako in primis, spesso e volentieri finiscono nelle zuppe di pesce e nei brodetti o, in trance, alla brace e in padella. Lo sanno in pochi ma l’Italia è tra i più grandi consumatori di carne di squalo d’Europa.

Tornando alle spiagge, è chiaro che, visto l’esiguo numero di incidenti avvenuti negli ultimi decenni seguiti dagli incontri tra uomo e squalo, che l’essere umano non sia sul menù di questi super predatori. E’ chiaro, inoltre, che non è vero che gli squali si avvicinano alle coste d’estate per chissà quale misterioso motivo. Milioni di persone sulle spiagge si traducono i milioni e milioni di occhi puntati che, durante le altre stagioni, non ci sono. Da qui il numero degli avvistamenti. Che poi, il fatto che anche il nostro mare soffre la pesca industriale e non più sostenibile che sta svuotando di vita anche gli oceani e che spinge i predatori a cercare cibo seguendo pescherecci o banchi di pesci anche a pochi metri dalla riva, sia una realtà, nessuno lo mette più in dubbio. D’altro canto, però, va ricordato che lo squalo bianco predilige le coste, tanto che, lo si trova spesso in acque poco profonde. La sua dieta, infatti, che prevede pesci di media taglia in giovane età, è fatta anche e soprattutto di mammiferi marini e tonni. Il Mediterraneo, da secoli, ospita tonnare e la Foca Monaca, ormai praticamente scomparsa a causa di certi pescatori che la prendevano a fucilate, erano ottimi motivi di interesse per i grandi squali, come quelli catturati a Favignana fino agli anni 80 o in Tunisia fino ai giorni nostri.

Gli squali, così come tutti gli altri pesci, vivono nel mare. Notiziona! Al vertice della catena alimentare marina, sono indispensabili per la vita stessa di mari e oceani che, non dobbiamo dimenticarlo, è anche la nostra.

L’uomo non gli interessa ed è visto come qualcosa di strano che, di tanto in tanto, si affaccia sul loro mondo per depredarlo e sfruttarlo a proprio piacimento. Sono quasi 100 i milioni di squali che, ogni singolo anno, vengono uccisi nei modi più disparati e crudeli, shark finning in testa. Uno sterminio che sta significando per molte specie il pericolo di estinzione. E allora, è forse arrivato il momento di uscire da quel cinema per tornare alla vita reale. Potete portare anche i popcorn.
 

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