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Quanto a Zangrillo, che ha ammesso di avere sbagliato con la frase sul 'virus clinicamente morto', «se cambia idea, la cambio anch' io», afferma Sgarbi che ha poi aggiunto: «Se Silvio dovesse peggiorare allora vorrà dire che ho sottovalutato la cosa.
Mi auguro vivamente di no». «Conosco Berlusconi dal 1989 - racconta Sgarbi -. Mi fece fare 'Sgarbi quotidiani', chiedendomi soltanto di non attaccare Andrea Barbato, che conduceva la Cartolina sulla Rai. Ma non è vero che gli devo tutto: lui dipende da me non viceversa. Sono un precursore di Berlusconi, che mi ha seguito nelle battaglie culturali. Io all'epoca ero già in Parlamento, dove attaccavo Di Pietro e difendevo Craxi, lui Di Pietro invece lo voleva ministro dell'Interno. Poi ha capito».
«Siamo diventati amici perché amiamo entrambi la vita - continua il critico d'arte -. Una volta lo invitai a tenere la prolusione alla mostra "Con gli occhi di Caravaggio" al Museo diocesano a Milano. Arrivò all'ultimo, impreparato. Gli dissi due cose e fece un discorso meglio di uno storico dell'arte. Poi mi chiese di presentargli la bionda seduta in prima fila. Era Vittoria Risi, la pornostar».
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