Terremoto a Parma, lo sciame sismico ora fa paura: «Scossa rapida, nessun danno». L'Ingv: ecco quanto può durare

Terremoto a Parma, lo sciame sismico ora fa paura: «Scossa rapida, nessun danno». L'Ingv: ecco quanto può durare
Terremoto a Parma, lo sciame sismico ora fa paura: «Scossa rapida, nessun danno». L'Ingv: ecco quanto può durare
di Redazione web
3 Minuti di Lettura
Venerdì 9 Febbraio 2024, 17:21

Paura e un po' di apprensione ma nessun danno per lo sciame sismico che sta interessando in questi giorni la Val Baganza parmense, con una scossa di terremoto più forte di magnitudo 4.2 che è stata distintamente avvertita all'ora di pranzo anche in città a Parma. Sono oltre 120 le scosse che dal 7 febbraio l'Ingv ha registrato in provincia di Parma in particolare nei comuni di Langhirano, Calestano, Fornovo di Taro. Sciame sismico anche in Umbria, con scosse a Spoleto fino a 3.5 e scuole chiuse per precauzione.

La scossa di oggi a Parma

In Emilia la scossa di 4.2 si è sentita distintamente anche a Parma città, pure ai piani bassi dei palazzi.

Il sindaco Michele Guerra ha attivato l'Alert System per la popolazione, specificando di monitorare la situazione. Nei comuni di Felino Marzolara e Calestano invece, dove è stato localizzato l'epicentro, le persone sono scese in strada per alcuni minuti, compresi gli occupanti di edifici pubblici. Curiosamente, l'epicentro corrisponde a una nota pizzeria del paese di Marzolara, a pochi metri dal ponte sul torrente Baganza.

Il sindaco: «Scossa rapida, no danni»

«È stata una scossa molto rapida, una frazione di secondo, ma per il momento non abbiamo registrato danni», ha detto all'ANSA Francesco Peschiera, sindaco di Calestano. «Siamo in pre allerta». L'area interessata dalla sequenza in corso, spiegano i sismologi dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), ha una sismicità storica ben conosciuta e nella quale è possibile riconoscere eventi con caratteristiche simili, anche se hanno avuto magnitudo più elevate.

I precedenti più recenti

Un terremoto ben documentato è quello del 4 marzo 1898, con una magnitudo stimata pari a 5.4, avvertita in gran parte del nord Italia. In tempi più recenti, altri terremoti nell'area quello del 9 novembre 1983, avvenuto tra Parma e Langhirano, di magnitudo 5.0 e soprattutto quello del 23 dicembre 2008, localizzato poco a sudest della sequenza attuale, di magnitudo 5.4.

«Sequenze di questo tipo - sottolinea l'Ingv - sono comuni nell'Appennino settentrionale, così come in molte altre regioni d'Italia. Statisticamente, la maggior parte di esse termina dopo pochi giorni o qualche settimana, ma in alcuni casi possono durare più a lungo, soprattutto nei casi in cui si manifesti un terremoto più forte. L'area interessata dall'attuale sequenza è posta in una fascia a pericolosità sismica media e non è distante dalle zone dell'Appennino settentrionale caratterizzate da pericolosità molto alta, come quelle della Val di Taro e della Garfagnana»

© RIPRODUZIONE RISERVATA