Rai, Maria Luisa Busi contro Minzolini
«Rinuncio alla conduzione del Tg1»

Maria Luisa Busi
Maria Luisa Busi
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Venerdì 21 Maggio 2010, 12:23 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 22:29
ROMA (21 maggio) - Maria Luisa Busi rinuncia alla conduzione del Tg1. Lo scrive lei stessa in una lettera inviata al direttore Augusto Minzolini e affissa stamattina nella bacheca della redazione. Una mossa alla quale Minzolini replica affermando che il Tg1 ha sempre dato voce a tutti e non è mai stato di parte. Per il presidente della Rai, Paolo Garimberti, la rinuncia della Busi è un segnale preoccupante.



Tre cartelle e mezzo per spiegare che non si riconosce più nella testata e per dire che come un giornalista ha come unico strumento per decidere di difendere le sue prerogative professionali, ovvero togliere la propria firma, un conduttore può solo togliere la sua faccia. Così ha deciso di fare lei e per questo ha abbandonato la conduzione del Tg1 delle 20. La decisione di Busi arriva dopo una serie di scontri con il direttore del Tg1.



Busi: i direttori passano, le redazioni restano. «Dobbiamo ricordarci sempre che le redazioni restano e i direttori passano» ha detto oggi Maria Luisa Busi, accolta con un'ovazione, alla presentazione del libro del suo collega Giulio Borrelli sul Tg1. «E' importante che Giulio abbia fatto questo libro, perché il Tg1 è parte della storia italiana - ha detto la giornalista - Vi ringrazio dell'affetto, ma non ci sono protagonisti e comprimari. Qui ci sono molti colleghi sconosciuti che sono la forza migliore del telegiornale, che continua ad avere un cuore che batte. Dobbiamo ricordarci sempre che le redazioni restano e i direttori passano».



Giulio Borrelli: Rai al capolinea, perché pagare il canone? «Senza Santoro, senza la Busi e con questi Tg si può dire che la Rai è al capolinea, non fa più servizio pubblico. Non so se rischio sanzioni, ma lo dico. Si rimette in discussione la questione del canone. O si cambia o chi paga il canone è autorizzato a porsi domande»: lo ha detto l'ex direttore del Tg1, Giulio Borrelli, alla presentazione del suo libro sulla storia del telegiornale della prima rete. «Come si fa a mettere alla direzione di un telegiornale un giornalista che non sa nulla di televisione - si è chiesto Borrelli - La televisione è uno specifico. Sono stati sbandierati come grandi telecronisti, persone che si sono rivelate fetecchie. Siamo passati dai giornalisti fidati ai giornalisti camerieri».



Minzolini replica: «Il mio telegionale non è mai stato di parte, ho sempre dato voce a tutti e gli ascolti mi hanno dato ragione. Le accuse che mi rivolge la collega sono false. Per questo non condivido neanche una riga della sua lettera. Che poteva - se vogliamo dircela tutta - farmi recapitare prima di affiggerla in bacheca». Il direttore spiega come nell'ambito della rinnovamento del telegiornale (sigla, studio e nuovo sito) nei giorni scorsi aveva «ragionato» con la direzione dell'ufficio del personale sull'eventualità di spostare la Busi al tg delle 13. Rinnovamento spiega Minzolini del quale deve far parte anche la scelta di un nuovo volto per l'edizione del tg delle 20. Di questa, ipotesi, «ne avevo accennato, ma solo in maniera ipotetica anche con alcuni stretti collaboratori in redazione. Forse, sarà arrivata la voce anche a lei».



La Busi, tiene ancora a sottolineare Minzolini «mi rivolge accuse pesanti, rispetto la libertà di espressione, ma se non condivide la linea editoriale del Tg per cui lavora, allora è giusto che rinunci. Ma sia ben chiaro, è una sua scelta. Non parliamo di epurazione. Ho assunto 18 precari. Anche perché parliamoci chiaro, in tutti i giornali, nelle agenzie, e telegiornali, si cambiano i direttori, si spostano i giornalisti da una redazione all'altra. Nessuno grida allo scandalo». Il direttore si definisce «indipendente e autonomo» e ricorda che il Tg1 deve stare sul mercato e aggiunge: «Sono convinto di essere equilibrato, lo vedo dagli ascolti». Anche se, Busi a

parte, c'è «da mesi una campagna contro di me, quasi intimidazioni». Il Tg1, sottolinea, è comunque premiato dagli ascolti: «Ho recentemente confrontato i dati delle prime due settimane di maggio 2009 (passata direzione) con quelli del 2010: dal +2% sul Tg5 delle 20 siamo passati al +3,74%. In otto mesi

soltanto una volta sono andato sotto il Tg5, e di un nonnulla».



«Minzolini ha rotto il patto sul quale si fondava un grande giornale come il Tg1, ha spaccato la redazione, e quello della Busi è uno dei tanti esempi, ma è soprattutto un nobile grido che serve ad attrarre ancora una volta l'attenzione degli italiani sulla rete ammiraglia del loro servizio pubblico», afferma in una nota il segretario dell'Usigrai, Carlo Verna. «Maria Luisa Busi - rileva Verna- rinuncia a un suo ruolo rilevante per affermare un diritto che è di tutti, quello di non riconoscersi nel Tg1 di Augusto Minzolini».



«La lettera chiama la redazione a una riflessione. Quello di Maria Luisa Busi è un gesto mai fatto prima da nessun altro conduttore nella testata che testimonia il suo disagio e quello che attraversa una parte della redazione sull'indirizzo che Augusto Minzolini ha fatto prendere al Tg1», si legge in una nota il cdr del Tg1. «Come la collega Busi - rileva il Comitato di redazione - siamo preoccupati per la rinuncia del Tg1 alla leadership nella qualità e nella credibilità». Il cdr esprime poi «affetto e solidarietà» alla giornalista e conclude e si dice preoccupato per «il rischio che si chiuda ogni spazio di dialettica all'interno del Tg1».



Gli screzi tra la Busi e Minzolini sono iniziati diverse settimane fa. Il primo aprile scorso la giornalista concesse un'intervista a Repubblica in cui riferiva di «un clima insostenibile in redazione» e criticava la decisione, presa dal direttore, di rimuovere tre conduttori storici del telegiornale. La Busi definiva la sostituzione dei tre una «rappresaglia» contro coloro che non avevano firmato la lettera a favore del direttore sul caso Mills. Secondo Minzolini invece l'avvicendamento era dovuto solo a un «rinnovamento all'interno del Tg1».



Minzolini, il giorno dopo l'intervista, aveva inviato alla Busi una lettera di contestazione formale per non aver chiesto alla Rai l'autorizzazione per l'intervista. Nella lettera Minzolini contestava alla giornalista anche la divulgazione dei dati d'ascolto del Tg1.



Alla lettera di contestazione, Busi rispose rivendicando il diritto, sancito dalla Costituzione e dallo Statuto dei lavoratori, a esprimere liberamente il suo pensiero, tanto più in veste di consigliere nazionale della Federazione nazionale della stampa. Oggi la rinuncia alla conduzione.



Garimberti: dalla Busi un segnale preoccupante. «La decisione di Maria Luisa Busi di lasciare la conduzione del Tg1 delle 20 - dice il presidente della Rai, Paolo Garimberti - è un ulteriore e preoccupante segnale di una situazione che richiede massima attenzione da parte dei vertici dell'azienda, un'attenzione che sollecito da tempo nella sede deputata, cioè il Consiglio di amministrazione, nel pieno rispetto delle responsabilità che fanno capo al direttore generale. L'informazione della Rai mi sta a cuore, prima ancora che da presidente, da cittadino e da giornalista. Prova ne è, e anche Rizzo Nervo ne è testimone diretto, il mio intervento di ieri in Cda, dove ho per l'ennesima volta sollevato la questione della qualità dell'informazione Rai, segnatamente nei telegiornali. Spiace che il Tg1 perda uno dei suoi volti storici: la scelta di Maria Luisa Busi va rispettata soprattutto da chi sa quanto, per un giornalista, possa essere difficile e doloroso rinunciare alla propria firma nel giornale dove ha lavorato per tanti anni».