Ministeri al Nord, scontro Quirinale-Lega
«Anticostituzionale» «Resteranno lì»

Napolitano e Bossi (foto Enrico Oliverio)
Napolitano e Bossi (foto Enrico Oliverio)
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Giovedì 28 Luglio 2011, 10:23 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 23:19
ROMA - Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, tuona contro il decentramento dei ministri, definendolo incostituzionale nella lettera inviata sul tema al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Il testo della lettera stato reso noto dopo che stamattina il leader della Lega era tornato sull'argomento dicendo: «I ministeri li abbiamo fatti e li lasciamo al Nord».



Bossi: i ministeri li lasciamo al Nord.
«Il presidente Napolitano non si preoccupi - aveva detto in mattinata Umberto Bossi - I ministeri li abbiamo fatti e li lasciamo là, siamo convinti che il decentramento è non solo una possibilità ma anche una opportunità per il Paese».



Berlusconi ai ministri: tenere conto delle osservazioni del Colle. «In apertura dei lavori il presidente Berlusconi ha rivolto al Consiglio ed ai singoli ministri un pressante invito a tenere in debito conto le osservazioni formulate dal Presidente della Repubblica sulle recenti istituzioni di sedi periferiche di strutture ministeriali ed ha quindi chiesto a tutti i Ministri di tenere comportamenti conseguenti»: è quanto si legge nel comunicato stampa diffuso al termine del Consiglio dei ministri.



«La Costituzione non parla di dove devono stare i ministeri», commenta Bossi nel pomeriggio. Il senatur risponde anche a Berlusconi che ha invitato i colleghi a tener conte dei rilievi del Colle: «Noi ne teniamo conto - assicura - però vogliamo spostare i ministeri come fanno gli altri paesi europei. Non farlo sarebbe come dire che in Inghilterra sono scemi, e invece vanno meglio di noi. Noi facciamo quello che fanno gli altri Paesi europei. I rapporti con Napolitano non si romperanno per questo - conclude Bossi - Questi rapporti si romperebbero se gli chiedessimo di ridare indietro i mobili che si è preso dalla villa Reale di Monza. Adesso vado a casa, vado nella Capitale, a Milano...».



Napolitano: Il processo di decentramento di sedi ministeriali confligge con l'articolo 114 della Costituzione «che dichiara Roma Capitale della Repubblica», sostiene il capo dello Stato nella lettera inviata al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. «A fronte della scelta, non avente connotati di particolare rilievo istituzionale, di aprire meri uffici di rappresentanza - scrive Napolitano - non giova alla chiarezza una recente nota della Presidenza del Consiglio, che inquadra tale iniziativa nell'ambito di 'intese già raggiunte sugli uffici decentrati e di rappresentanza di alcuni ministeri sia al Nord che al Sud, come già in essere per molti altri ministerì, così preludendo ad ulteriori dispersioni degli assetti organizzativi dei Ministeri tanto da consentire la prefigurazione, da parte di esponenti dello stesso Governo, di casuali localizzazioni in vari siti regionali o municipali delle amministrazioni centrali. È necessario ribadire che tale evoluzione confliggerebbe con l'articolo 114 della Costituzione che dichiara Roma Capitale della Repubblica, nonché con quanto dispongono le leggi ordinarie attuative già precedentemente citate. La pur condivisibile intenzione di avvicinare l'amministrazione pubblica ai cittadini, pertanto, non può spingersi al punto di immaginare una "capitale diffusa" o "reticolare" disseminata sul territorio nazionale, in completa obliterazione della menzionata natura di Capitale della città di Roma, sede del Governo della Repubblica».



«La risposta di Umberto Bossi al presidente Napolitano è un comportamento irresponsabile - dice Gianni Alemanno - È irresponsabile dal punto di vista istituzionale perchè non si può rispondere con questa arroganza al presidente della Repubblica che, in quanto garante della Costituzione, ricorda che l'articolo 114 attribuisce con chiarezza a Roma la funzione di Capitale e che sottolinea che la legge 42 del 2009, da noi fortemente voluta e peraltro promossa da un ministro leghista come Calderoli, ha dato attuazione concreta a questa norma». Per il sindaco di Roma Bossi «è irresponsabile dal punto di vista politico perchè cerca di creare inutili conflitti tra la nostra città e le regioni del Nord, che non hanno mai chiesto trasferimenti di ministeri, ma semmai più autonomia e federalismo. È irresponsabile dal punto di vista comunicativo, perchè in un momento in cui la nostra economia è sotto l'attacco della speculazione e tutti i cittadini devono fare i conti con una crisi economica e sociale pesantissima, non si può perdere tempo ed energie in polemiche inutili e pretestuose, che servono soltanto a dare argomenti a chi cerca di screditare il Governo in carica. Dobbiamo occuparci di cose serie e importanti e non di queste follie, che peraltro si sono già dimostrate prive di conseguenze concrete visto che a Monza non c'è nulla di più di qualche scrivania dentro stanze vuote. La difesa di Roma Capitale è la difesa di tutta la Nazione. Sta al Pdl e al Presidente del Consiglio prendere le distanze in maniera netta e chiara da tutto questo».



Zingaretti: «È inqualificabile che Bossi attacchi il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Se l'Italia ha ancora un briciolo di stima e credibilità nel mondo è solo grazie al ruolo straordinario svolto dal nostro straordinario presidente», ha detto il presidente della Provincia di Roma.



Veltroni: il presidente ha ragione. «Ha perfettamente ragione il presidente della Repubblica a richiamare il governo al rispetto della Costituzione e delle leggi. Non si possono aprire sedi del governo a piacimento dei singoli ministri, non si può esporre in una sede istituzionale la foto di un leader politico accanto al tricolore. Le istituzioni sono di tutti i cittadini, non di chi temporaneamente occupa responsabilità di governo», sottolinea l'ex sindaco di Roma Walter Veltroni.



Di Pietro: «Quello avanzato dal presidente della Repubblica è un atto di sfiducia formale nei confronti del presidente del Consiglio e del suo governo, rispetto al quale non possiamo rimanere impassibili a guardare - afferma il presidente dell'Idv -Occorre portare subito il dibattito in Parlamento sulle violazioni perpetrate nei confronti della Carta Costituzionale, evidenziate dal Presidente della Repubblica, in relazione al decentramento dei ministeri. Per questo, intendiamo presentare una mozione di sfiducia formale nei confronti dell'intero esecutivo, ma per farlo occorrono almeno sessantatre firme, dunque facciamo appello alle altre forze politiche e ai deputati che ancora hanno una dignità affinchè si uniscano alla nostra battaglia a salvaguardia della democrazia e delle istituzioni».



Cesa: «Ci auguriamo che l'ineccepibile richiamo del presidente Napolitano alla nostra Carta costituzionale, all'unità del Paese, alla centralità di Roma Capitale e alla sobrietà delle istituzioni di fronte alla crisi metta la parola fine alle buffonate della Lega sui ministeri al nord, finora assecondate da troppo silenzio da parte del governo», afferma il segretario dell'Udc.
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