È accusato di violenza sessuale il medico 70enne, in servizio in un ospedale pubblico della provincia di Latina, interdetto dalla professione sanitaria per un anno, come deciso dal tribunale ordinario di Roma – sezione per il riesame dei provvedimenti, su richiesta del sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Latina Giorgia Orlando.
A eseguire il provvedimento è stata la polizia di stato del commissariato di Terracina.
Un anno fa
I fatti risalgono a circa un anno fa, quando l’indagato esercitava la professione sanitaria nel settore pubblico e nel corso di una visita avrebbe costretto la vittima, che si era rivolta a lui per un consulto, a subire atti sessuali.
Il medico, dopo aver fatta spogliare una paziente per sottoporla a visita, ha chiuso la porta della stanza e dopo essersi parzialmente denudato anche lui, ha tentato di avere un rapporto sessuale, non riuscendoci solo per la ferma opposizione della vittima che è stata comunque costretta a subire palpeggiamenti e baci.
Non è finita qui. Il giorno successivo, il medico ha contattato la vittima chiedendole un breve incontro, sempre negli ambienti ospedalieri, lasciando intendere che si sarebbe scusato per quanto avvenuto il giorno precedente. Ma non è andata così: la donna, che si è presentata all'appuntamento seppur terrorizzata, è stata nuovamente approcciata sessualmente.
La denuncia
La donna, superando le resistenze di chi le consigliava di non denunciare potendo essere accusata del reato di calunnia, è andata in Commissariato accompagnata da un legale, determinata a procedere nei confronti del medico.
La complessa attività d’indagine è stata condotta attraverso l'ascolto di diversi testi e il riscontro di dati tecnici per trovare riscontro ai fatti denunciati dalla vittima.
Tuttavia il gip, pur ritenendo sussistenti "i gravi indizi di colpevolezza - spiega la questura di Latina - dopo la valutazione della personalità dell’indagato non riteneva sussistere il pericolo di recidiva anche in quanto il medico, avanti negli anni, frattanto si era collocato in ferie prima della già programmata collocazione in pensione".
L'appello
Contro il provvedimento ha proposto appello il pm: appello accolto dal Tribunale del Riesame che ha ritenuto sussistere le esigenze cautelari sulla base degli elementi raccolti a carico dell’indagato "i cui comportamenti trovano la loro causa in istinti e pulsioni sessuali che lo stesso non è in grado di controllare né contenere", prosegue la nota.
Inoltre, osserva il Tribunale del Riesame, l’indagato sino ad oggi incensurato, ha "manifestato la sua indole nell’espletamento dell’attività medica che potrebbe manifestare anche in strutture mediche private". Di conseguenza, ha disposto la misura interdittiva del divieto temporaneo all’esercizio della professione sanitaria per un anno.