Lo racconta su Facebook Flavio Alivernini, Responsabile della Comunicazione, dell'ex Presidente della Camera, testimone diretto dell'aggressione. «Io - prosegue il post - ero tre file più indietro e ho fatto un balzo in avanti per farle da scudo.
Poi l'ho invitato a prendere posto e se n'è finalmente andato anche grazie alle proteste nei suoi confronti del personale di bordo e di alcuni passeggeri. Questa è la storia. Ve la racconto da giornalista, così come l'avrei mandata al giornale se lavorassi ancora in redazione. Poi ce n'è un'altra, di storia. Quella di chi lancia gli slogan #PrimaGliItaliani e fa le campagne social con le facce dei nemici da colpire, che magari riescono pure nell'intento di portare qualche persona di più in piazza in un Paese rabbioso e rancoroso che non vede l'ora di prendersela con qualcuno. Ma se il risultato poi è che gli avversari politici vengono aggrediti davvero? Cosa aspetta Salvini manifestare la sua solidarietà a Laura Boldrini stavolta? Il Ministro dell'Interno - si chiede Alivernini - ha più paura di deludere i suoi o che a qualcuno venga fatto del male in nome dei suoi slogan?».
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