Kata scomparsa, il nonno in Perù chiama il padre: «È già qui, l’hanno presa per errore. Ci penso io»

Contatti con la polizia peruviana per cercare conferme sull'ultima pista

Kata scomparsa, il nonno in Perù chiama il padre: « È già qui, l’hanno presa per errore. Ci penso io»
Kata scomparsa, il nonno in Perù chiama il padre: «​È già qui, l’hanno presa per errore. Ci penso io»
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Martedì 15 Agosto 2023, 16:14

Il mistero di Kata, la bambina di origine peruviana scomparsa a Firenze ormai due mesi fa, non ha ancora soluzione. Le indagini, al momento, non hanno avuto successo e sono diverse le piste che gli investigatori continuano a seguire. Tra queste, anche quella della vendetta o del ricatto ai familiari, implicati direttamente nella vicenda dell'ex hotel Astor, al centro di un racket di affitti illegali. L'ultimo aggiornamento però, arriva molto lontano dalla Toscana. Il nonno paterno, detenuto in Perù, avrebbe telefonato al figlio: «È già qui in Perù, ci penso io. Sta bene, l’hanno rapita per errore», avrebbe detto l'uomo, secondo quanto riporta Repubblica. 

Contatti con la polizia del Perù

Sono diverse le piste false che hanno portato fuori strada gli inquirenti nel caso di Kata.

Per questo motivo, si procede con cautela su quest'ultimo sviluppo. La telefonata del nonno però, sembra avere basi solide. Sono in corso contatti con le autorità peruviane per cercare di cogliere anche una minima conferma, che possa dirottre le indagini in Perù. 

«Sento che mia figlia è ancora viva - ha detto nei giorni scorsi la mamma di Kata - e chiedo di farci sapere perché hanno preso nostra figlia. Abbiamo detto tutta la verità, abbiamo lasciato i cellulari ai carabinieri, di più non possiamo fare, voglio sapere perché hanno preso mia figlia. Faccio tante ipotesi - ha aggiunto - ma non posso credere che per un litigio abbiano preso una bambina». Il padre di Kata ha poi aggiunto di non aver «mai avuto un problema così grave da giustificare che prendessero mia figlia, ho avuto dei piccoli problemi, nessuno è perfetto, ma ne ho subito parlato ai carabinieri, e niente è così grave da giustificare questo».

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