Igor il russo braccato nel ferrarese spara ancora,
uccisa una guardia, un'altra ferita

Igor il russo braccato nel ferrarese spara ancora, uccisa una guardia, un'altra ferita
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Domenica 9 Aprile 2017, 09:28 - Ultimo aggiornamento: 12:01
FERRARA - È continuata per tutta la notte, anche con il supporto di reparti speciali, la caccia delle forze dell'ordine a Igor Vaclavic, sospettato di aver ucciso ieri sera a colpi d'arma da fuoco una guardia ambientale volontaria, Valerio Verri, di Portoverrara, e ferito una guardia provinciale, Marco Ravaglia, dopo essere stato fermato per un controllo casuale, durante un pattugliamento antibracconaggio, sulla provinciale Mondonuovo a Trava di Portomaggiore, nel Ferrarese. La guardia ferita è stata ricoverata all'ospedale Bufalini di Cesena e operata; non è in pericolo di vita. Le ricerche si sono concentrate in particolare nell'area dell'oasi di Marmorta di Molinella, al confine tra il Ferrarese e il Bolognese. Vaclavic, 41 anni, è fuggito prima a bordo di un Fiorino rubato, poi a piedi nella boscaglia. L'uomo è il principale sospettato anche per l'omicidio del barista Davide Fabbri, avvenuto nella tarda serata di sabato 1 aprile a Riccardina di Budrio, a non molti chilometri in linea d'aria.

Il sostituto procuratore di Bologna Marco Forte, titolare delle indagini sull'omicidio di Budrio, è in contatto da ieri sera con il collega di Ferrara, Ciro Alberto Savino. Vaclavic, che ha diversi alias e potrebbe essere originario di un paese della ex Jugoslavia, sarebbe stato riconosciuto dalla guardia ferita come il latitante la cui foto era stata diffusa alle forze di polizia, ma un collegamento sicuro con i delitti lo si potrà avere solo quando verrà prelevato un campione del suo Dna per raffrontarlo con quello isolato dal Ris nel sangue trovato fuori dal bar di Budrio. Intanto il Fiorino bianco abbandonato dal fuggitivo a Molinella è stato sequestrato e verrà analizzato per trovare tracce utili.

E' iniziato con un altro innocente ammazzato l'altra sera, come il barista di Budrio una settimana fa, il nuovo capitolo della storia di sangue, rapine e fughe di Igor Vaclavic, adesso braccato da centinaia di carabinieri e poliziotti nella "bassa" tra Ferrara, Bologna e Ravenna, conosciuta come le sue tasche dal fuggiasco che è pretetto dall'oscurità e spronato dalla disperazione di chi non ha ormai più nulla da perdere. 

Una guardia ambientale volontaria uccisa, una guardia provinciale ferita seriamente, lungo la strada Mondo Nuova, a otto chilometri da Portomaggiore (Ferrara): tutto porta a ipotizzare che a sparare sia stato Igor Vaclavic, 41 anni, ricercato per una serie di rapine commesse nel Ferrarese nell'estate 2015, e sospettato di essere l'assassino del barista Davide Fabbri, ucciso con un colpo di pistola fa a Budrio. Ieri sera avrebbe sparato dopo essere stato fermato per un controllo. La vittima si chiamava Valerio Verri, 65 anni. Il ferito è Marco Ravaglia, cinquantenne, da giovane giocatore di rugby del Cus Ferrara che, pur colpito a una spalla e alla schiena, è riuscito a dare l'allarme: è stato operato e non è in pericolo di vita. I due componevano una pattuglia che svolgeva periodicamente controlli del territorio per evitare bracconaggio, pesca di frodo, abbandono di rifiuti, bivacchi di immigrati clandestini. Non erano certo a caccia di un bandito pericoloso. 



L'incontro con l'omicida è stato così casuale, durante una delle consuete perlustrazione. L'assassino è sceso dal Fiorino bianco e poi, minacciandolo con il fucile, ha disarmato Ravaglia.  Forse le due guardie hanno tentato comunque di fronteggiare il bndito che ha sparato con una pistola uccidendo Verri e ferendo Ravaglia. Poi la fuga sul piccolo furgone rubato a Molinella di Bologna. E' iniziata allora un'imponente caccia all'uomo. Poco dopo l'uccisione della guardia, Vaclavic è stato intercettato dai carabinieri nella località Marmorta del comune di Molinella, al confine con la provincia di Ferrara. Non gli è restato allora che continuare la fuga a piedi in quella che è una zone "umide" più note d'Italia, le valli di Argenta che ospitano anche parte del Parco del Delta del Po e numerose altre oasi naturalistiche come appunto quella di Marmorta. 

Un territorio poco popolato, attraversato da fiumi, a cominciare dal Reno, e da canali artificiali, fossati che compongono un secolare e imponente complesso di regimentazione delle acque e che rappresenta, per chi lo conosce, una formidabile e discreta alternativa a e strade e sentieri, soprattutto adesso che la rigidità dell'inverno è terminata.

Vallate, canneti, zone paludose, grandi macchie di lecci, pioppi, olmi. E poi sacche, casse di espansione (utilizzate durante le piene), argini, chiuse. Un terreno ricco di nascondigli artificiali e e naturali che mette in difficoltà i cani, ostacolati dai corsi d'acqua in cui il fuggiasco potrebbe rifugiarsi mentre si sposta, e che rende poco efficace anche l'uso degli elicotteri e dei loro potenti fari. Per di più avvicinarsi al fuggiasco è estremamente pericoloso e così si sono attese le luci dell'alba per stringere ancora il cerchio via via delimitato sulle strade della zona dai lampeggianti delle "gazzelle" e delle "pantere" che hanno punteggiato la notte senza nubi in parte rischiarata dalla luna crescente.

Ore utilizzate anche per coinvolgere altri uomini e rafforzare la "chiusura" della zona, in particolare nei pressi dell'oasi di Marmorta: nessuno vuole pensare alle conseguenze di una mancata cattura di Vaclavic che ha un curriculum criminale considerato fin dall'inizio compatibile quantomeno con la rapina della guardia giurata a cui è stata sottratta, a Consandolo, nel Ferrarese, la pistola calibro 9 (una Smith&Wesson argentata) poi utilizzata per l'omicidio di Budrio.

Il bandito era uscito dal carcere nella primavera del 2015, dopo aver scontato una condanna. La "bassa" tra Ferrara e Bologna lo vede in azione da almeno un decennio: già nel 2007 fu arrestato per aver rapinato agricoltori, minacciati con arco e frecce, tra Ferrara e Rovigo. Faretra sulle spalle, coltello legato a una gamba, una bandana nera. E un soprannome "Lupo Solitario" che si dice gli sia stato affibbiato in prigione. La Procura di Ferrara lo accusa di far parte, in altri colpi, della banda che rapì e uccise nel settembre 2015 il pensionato Pier Luigi Tartari, ad Aguscello, fatto di sangue a cui il 41enne non partecipò e per cui sono già state pronunciati due ergastoli.

Peraltro secondo le ultime verifiche Vaclavic, che ha molti alias, non sarebbe russo - come sembrava all'inizio della vicenda - ma proveniente dall'ex Jugoslavia. Non sarebbe neppure un ex militare, come si era detto, anche se sulla sue capacità di mimetizzarsi nel territorio e di sfruttarlo a suo favore non ci sono dubbi.

Sulle tracce di Igor gli investigatori ci sono da sabato scorso, quando Davide Fabbri, barista di 52 anni, è stato freddato con un colpo di pistola a Riccardina di Budrio, durante un tentativo di rapina.
Dopo aver sparato al cuore di Fabbri, il killer era uscito dal bar puntando la pistola anche alla moglie, Maria, ma senza sparare. «Non dimenticherò mai quegli occhi - aveva detto la donna - non ho visto un barlume di pietà per nessuno di noi».
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