Caos ad Haiti, dove le autorità hanno dichiarato lo stato di emergenza per 72 ore, in seguito a una maxi evasione dal carcere più grande dell'isola, quello di Port-au-Prince, dal quale sono scappati circa 4000 detenuti. L'assalto da parte di bande armate, che ha causato almeno 12 morti, ha l'obiettivo di costringere alle dimissioni il primo ministro Ariel Henry, che sembrerebbe trovarsi in questo momento fuori dal Paese. Le forze di sicurezza hanno fatto irruzione nel principale carcere della capitale e in quello della vicina Croix des Bouquets, compiendo diversi arresti.
La situazione in città
Nella capitale di Haiti, Port au Prince, i residenti continuano a vivere momenti di terrore, con spari e cadaveri sparsi per strada, mentre si registrano le prime interruzioni di connessione internet dovute a danni ai cavi di fibra ottica avvenuti negli scontri. In un quartiere sono state erette barricate con pneumatici in fiamme. Secondo alcuni media locali, sarebbe stata invasa anche una seconda prigione con all'interno circa 1.400 detenuti. Il principale stadio di calcio del Paese è stato occupato da uomini armati, che hanno tenuto in ostaggio un dipendente per ore, secondo quanto ha riferito la Federazione calcistica di Haiti.
Lo stato d'emergenza
Lo stato di emergenza e il coprifuoco notturno (dalle 18 alle 5) decretati nel dipartimento dell'Ouest, che comprende la capitale, dureranno fino a mercoledì ma potrebbero essere prorogati. L'obiettivo delle restrizioni è «ristabilire l'ordine e adottare misure adeguate per riprendere il controllo della situazione», si legge in una nota. Il coprifuoco è stato istituito «a causa del deterioramento della sicurezza» a Port-au-Prince, dove si registrano «atti criminali sempre più violenti perpetrati da bande armate».
Il ministro dell'Economia, Patrick Michel Boisvert, ha firmato la dichiarazione in qualità di primo ministro ad interim, vista l'assenza del premier, Ariel Henry, volato in Kenya per firmare un accordo che prevede l'invio di una missione sostenuta dalle Nazioni Unite per aiutare a ripristinare l'ordine ad Haiti.
Voli cancellati
In seguito al rapido deterioramento della situazione della sicurezza ad Haiti, American Airlines e JetBlue hanno deciso di cancellare tutti i loro voli verso il paese caraibico.
Ospedali al collasso
I team di Medici Senza Frontiere all'ospedale di Tabarre hanno ricevuto più di 10 feriti al giorno dal 28 febbraio e, si legge in una nota, hanno aumentato il numero di posti letto dell'ospedale per far fronte all'afflusso di pazienti. Decine di migliaia di persone hanno dovuto abbandonare le loro case e i loro averi e sono ora sfollate in diverse aree di Port-au-Prince.
L'ospedale di Tabarre, che fornisce cure per traumi e ustioni, dispone normalmente di 50 posti letto a cui ne sono stati aggiunti altri 20. Esponenti di Medici Senza Frontiere si dicono preoccupati per l'esaurimento delle forniture mediche, la maggior parte delle quali si trova al porto della città, che al momento non è accessibile.
Nessuna notizia del premier
Nonostante le gravi violenze registrate a Port au Prince durante lo scorso fine settimana, il premier Ariel Henry si è mantenuto in silenzio, e in realtà nessuno sa dove sia in questo momento. Le ultime notizie che lo riguardano risalgono all'1 marzo, quando a Nairobi, in Kenya, ha ufficializzato un accordo con il presidente William Ruto per il consolidamento della Missione multinazionale di sostegno alla sicurezza di Haiti (Mmas), approvata dall'Onu, con la partecipazione di 1.000 agenti e soldati di forze speciali keniane. Ieri il governo haitiano ha diramato un comunicato in cui ha annunciato l'introduzione dello stato di emergenza per 72 ore, rinnovabili, e il coprifuoco, ma il documento è stato firmato dal premier ad interim, Patrick Michel Boivert. Le bande criminali haitiane che hanno sferrato l'attacco avevano manifestato l'intenzione di catturare il premier Henry al suo ritorno in aereo ad Haiti.