Comincia così, con questa prima confessione intima, il capitolo del nuovo libro di Bruno Vespa ("Italiani volta gabbana", Rai-Eri e Mondadori, nelle librerie dal 6 novembre) dedicato a Francesca Pascale, la compagna di Silvio Berlusconi. Alcuni brani sono anticipati dal settimanale “Oggi” in edicola da domani.
Eccone alcuni passaggi. "Ero ancora una ragazzina quando mi sono messa in testa di conoscerlo" ha detto Francesca Pascale. "Ho iniziato ad amarlo in maniera ossessiva. Piano piano cominciai ad avvicinarmi a Forza Italia. Il 5 ottobre 2006 alle 13.50, arrivò la grande occasione. Con altre quattro pazze di 'Silvio ci manchi' eravamo a Roma quando ci dissero che lui aveva una riunione al Duke Hotel dei Parioli. Ci precipitammo lì e arrivò lui: era davvero affascinante. Lo guardai come una deficiente: 'Presidente', gli dissi 'lei è bellissimo'. Lui sorrise: 'Ti senti bene?'. Alla fine mi avvicinai di nuovo e con sfrontatezza gli chiesi: 'Da azzurra ad azzurro possiamo darci del tu?'. 'Sì, certamente', rispose lui. 'Questo è il mio numero', gli dissi allungandogli un pezzetto di carta: 'Aspetto una tua telefonata, così mi annoto il numero'. E lui: 'Vai di fretta…'. Qualche giorno dopo, a mezzanotte, squilla il mio cellulare. 'Pronto, chi sono?'. E io: 'Dai Lello, non prendermi in giro...'. 'Davvero non mi riconosci?'. Restammo al telefono per due ore filate".
"Ogni tanto mi telefonava - racconta ancora la Pascale - Avevo impostato nella suoneria del cellulare il suo numero alla canzone di Gianna Nannini Sei nell’anima. Non l’avevo detto a nessuno. Solo mia madre aveva capito che dietro quella suoneria c’era Berlusconi. Gli dicevo: 'Tra noi ci sono quasi cinquant’anni di differenza, è vero, potrei esserti figlia e perfino nipote. Lo so che hai tantissime aspiranti fidanzate. Ma io sono innamorata di te e, prima o poi, tu ti innamorerai di me'. Lui resisteva: 'Devi ragionare. Io ti stimo e ti voglio bene ma non posso darti un futuro…'. Questa storia del futuro continuò a ripetermela per molto tempo ed io ci soffrivo moltissimo. 'Io ti voglio molto bene', mi diceva 'ma mezzo secolo di differenza tra noi è insuperabile'. Ma io tenni ugualmente duro: 'Si accorgerà che nessun’altra può arrivare ad amarlo come lo amo io'".
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