Finlandia pronta a un attacco della Russia, i rifugi antiaereo possono accogliere tutta la popolazione

Finlandia pronta a un attacco della Russia, i rifugi antiaereo possono accogliere tutta la popolazione
di Francesco Padoa
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Sabato 23 Aprile 2022, 14:33

«Stiamo vivendo tempi storici, non succedeva da molto tempo. Abbiamo numerose truppe russe al confine, sono quelle di difesa militare che combattono in Ucraina e tornano dopo gli attacchi. Ci sono, vicino a noi, forze aeree e navali, certo, ma ad oggi non temiamo alcun attacco perché la Russia non ci ha minacciati». A parlare è Janne Kuusela, direttore generale del Dipartimento delle politiche difensive del Ministero della Difesa della Finlandia. Racconta del cambiamento epocale che sta vivendo il suo piccolo Paese, della "rivoluzione" nei rapporti con il vicino colosso, fino a due mesi fa tollerato per quieto vivere, e di una neutralità immaginata solo oltre confine perché - sottolinea con orgoglio - «abbiamo una delle forze armate più grandi d'Europa e con i sistemi più avanzati».

Rifugi nei centri sportivi sotterranei

Se i peggiori timori dell'Europa si materializzeranno e la guerra di Mosca in Ucraina si estenderà attraverso il continente ad altri vicini della Russia, i centri sportivi sotterranei usati in Finlandia durante il rigido inverno potranno rapidamente essere trasformati in rifugi antiaerei di emergenza pronti ad ospitare migliaia di finlandesi. «Dormo molto meglio la notte sapendo che abbiamo questi rifugi antiaerei. Soprattutto ora con ciò che sta accadendo in Ucraina», spiega Tomi Rask, un istruttore di sicurezza del centro di protezione civile di Helsinki, rifugio antiaereo, che può ospitare fino a 6.000 persone. La Finlandia ha iniziato a costruire una vasta rete di rifugi antiaerei negli anni '60, anche a causa dell'esperienza della guerra del 1939 contro l'allora Unione Sovietica. Poiché il paese dal 1945 non ha partecipato ad alcuna azione militare, i rifugi antiaerei sono stati utilizzati come impianti sportivi, piscine, parcheggi e depositi. Ma la strategia di difesa della Finlandia, che ha un confine di 1.340 km (830 miglia) con la Russia, ha ripreso vigore da quando Mosca ha invaso l'Ucraina il 24 febbraio, innescando la più grande crisi geopolitica in Europa dalla seconda guerra mondiale.

L'ingresso nella Nato

Nei giorni scorsi il parlamento finlandese ha iniziato formalmente a studiare l'ipotesi di entrare nella Nato, partendo dalla base del libro bianco presentato dal governo. Il ministro degli Esteri Pekka Haavisto ha ribadito l'importanza del fatto che la Finlandia (e la Svezia) si muovano più o meno di pari passo perché questo renderebbe più facile la preparazione a possibili reazioni della Russia. Il primo ministro Sanna Marin ha stimato che il tempo delle decisioni è arrivato, ma ha rifiutato di rivelare la propria posizione sulla questione dell'adesione. A spingere per entrare nella Nato sono, spiega Haavisto, «i politici e il popolo. La Finlandia è un paese molto piccolo che conta 5 milioni e mezzo di abitanti, ai confini con la Russia. Pensiamo a due cose, prima di tutto a come aumentare la nostra sicurezza e a come meglio contribuire alla stabilità nella nostra area, il nord Europa. Fino a quest'anno la maggior parte della gente e dei politici finlandesi pensava che rimanere fuori dalla Nato e sviluppare rapporti stabili e funzionali con la Russia (perché confinante) fosse la scelta migliore. Questo fino a febbraio. Ora la Russia ha provocato questo cambiamento con il suo comportamento e i finlandesi, guardando cosa la Russia sta facendo nella vicina Ucraina, la devastazione, i civili uccisi, guardando la guerra, hanno capito che non si può avere un buon rapporto funzionale con un governo del genere. Di conseguenza cerchiamo di aumentare la sicurezza, chiedendo di unirci alla Nato».

 

Il tragico ricordo del '39

«Un cambiamento di idee e intenzioni rapido - ammette la premier finnica - ma anche, credo, emotivo, dovuto alle azioni russe in Ucraina ma anche perché le immagini di quanto sta accadendo, viste in tv, ricordano a molti la situazione in Finlandia nel 1939, quando l'unione sovietica al tempo cercò di invadere il nostro Paese: i suoi abitanti da sempre pacifici dovettero lasciare le loro case, le infrastrutture furono distrutte, mentre i soldati combattevano per la sopravvivenza del Paese.

Un'esperienza che creò terrore». Di qui l'abbandono della storica neutralità, di pari passo con la Svezia. «La Finlandia non è più neutrale dal 1995, da quando è entrata nell'Unione Europea - precisa Kuusela - Siamo militarmente non-allineati perché non facciamo parte della Nato. Questo era visto come il modo migliore per sopravvivere durante la guerra fredda, vista la vicinanza con la Russia. Ed è subito dopo la caduta dell'Unione Sovietica che ci siamo uniti all'Ue. La neutralità non è, quindi, più un problema da molto tempo per noi».

Il sistema di sicurezza è pronto

In caso di attacco, rassicura il direttore generale del Dipartimento delle politiche difensive del Ministero della Difesa della Finlandia, «siamo sempre pronti alla difesa del Paese, perché sempre abbiamo investito molto nella Difesa - ribadisce Kuusela - Le forze militari sono grandi e avanzate. Ad esempio abbiamo il servizio militare universale in cui tutti gli uomini e donne volontarie prestano servizio. Abbiamo un sistema di sicurezza per tutta la società che si prende cura del resto del popolo in caso di crisi e guerra. Per adesso nessuno ci minaccia, ma se serve siamo pronti. Abbiamo un sistema di sicurezza per l'intera società dove tutti, inclusi industrie, settori business, organizzazioni non governative e privati cittadini, partecipano a loro modo alla sicurezza nazionale. Questo è dovuto dalla nostra resilienza, all'esperienza acquisita durante la seconda guerra mondiale. Siamo un paese così piccolo che c'é bisogno della partecipazione di tutti. Pensiamo alla difesa sempre, da decenni dopo la Guerra Fredda».

Tutta la popolazione nei rifugi

Nel Paese temono che la Russia possa usare in Ucraina, vicino ai confini con la Finlandia, armi tattiche comprese quelle nucleari o chimiche. E così c'è chi va a controllare che le massicce porte d'acciaio dei rifugi siano ben funzionanti. Tutti gli edifici del paese al di sopra di una certa dimensione dovevano avere i propri rifugi antiaerei, stimando che ci fossero circa 5.500 rifugi della protezione civile con circa 900.000 posti nella sola Helsinki, più della popolazione della capitale. Questi rifugi possono proteggere praticamente da qualsiasi bombardamento o attacco chimico. Ci sono scorte di acqua, aria pulita e letti che possono ospitare le persone per settimane. Sono simili a labirinti, con diverse stanze tra cui una caffetteria e una sala giochi per bambini.

Anche l'esercito è pronto

Ma la vasta rete di rifugi è solo una delle componenti di quella che la Finlandia chiama la sua strategia di "sicurezza globale" che ha iniziato ad attirare l'attenzione dopo l'invasione russa dell'Ucraina. Per decenni, il paese si è impegnato con ogni livello della società per prepararsi alla possibilità di un conflitto con il suo vicino, ha affermato Charly Salonius-Pasternak, esperto di sicurezza presso l'Istituto finlandese per gli affari internazionali. «La Russia non è mai menzionata in modo specifico, ma si è sempre capito che il Paese dovrebbe essere preparato a rendere la soglia per un attacco russo il più alta possibile». La Finlandia, un paese di 5,5 milioni di abitanti, può radunare un esercito in tempo di guerra di 280.000 uomini, mentre in totale ha 900.000 riservisti addestrati. Helsinki ha mantenuto il suo alto livello di spesa per la difesa anche se altri l'hanno tagliato negli anni '90 e 2000 dopo la caduta dell'Unione Sovietica.

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