Spostamenti tra Regioni dal 1 giugno, ecco i criteri che determineranno la riapertura

Spostamenti tra Regioni dal 1 giugno, ecco i criteri che determineranno la riapertura
Spostamenti tra Regioni dal 1 giugno, ecco i criteri che determineranno la riapertura
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Mercoledì 13 Maggio 2020, 14:41 - Ultimo aggiornamento: 15:22
Gli spostamenti tra regioni potranno essere consentiti il prossimo 1 giugno, ma ci sono dei criteri ben precisi che ne determineranno la riapertura. Se i numeri lo permetteranno ci si potrà spostare nella seconda casa e ricongiungersi ai parenti che vivono in altre regioni, anche se la decisione finale spetterà alle singole regioni che valuteranno il da farsi in modo autonomo dopo l'eventuale via libera del Governo.

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Per riaprire, i presidenti regionali dovranno comunque fare riferimento a una serie di indicatori illustrati in un decreto del ministero della Salute, guidato da Roberto Speranza. Il primo tra tutti sarà la valutazione del numero dei soggetti positivi al covid. Verrà fatta una mappatura comune per comune che terrà aggiornato l'indice di contagio che, ovviamente, dovrà mantenersi sempre basso. Le Regioni dovranno essere in grado di presentare un numero di checklist da somministrare di settimana in settimana alle strutture sociosanitarie, evidenziando quelle in cui si è riscontrata almeno una criticità.

Bisognerà fornire dati anche sul numero di tamponi eseguiti, più ne verranno fatti, più i dati saranno . Si suggerisce di riportare anche l'intervallo tra l'inizio dei sintomi e la data di isolamento del soggetto. Andranno poi riferite chi sono le figure professionali per ciascun servizio territoriale impiegate nel tracciamento dei contatti avuti dal caso positivo e posti quindi in quarantena e isolamento.

Verranno valutati anche i luoghi in cui si verificano casi o magari piccoli focolai e il numero di accessi in pronto soccorso con casi sospetti o accertati. Per la riapertura, sarà importantissimo anche il numero di posti letto disponibili nelle strutture ospedaliere, e in particolare nelle terapie intensive. Potrebbe infatti verificarsi una seconda ondata di contagi con l'allentamento delle misure restrittive.
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