Da oggi chi ha meno di 60 anni, sia per la prima che per la seconda dose, non riceverà più il vaccino di AstraZeneca. Per il principio di massima precauzione infatti e grazie ai miglioramenti della situazione epidemiologica, a questa fascia di età saranno prescritti solo vaccini mRna (Pfizer e Moderna). Nulla cambia invece, tanto per gli ultrasessantenni in attesa del richiamo con il farmaco anglo-svedese, quanto anche per l’uso del vaccino Johson&Johson. Per l’altro farmaco a vettore virale (simile nella tecnologia ad AstraZeneca) non c’è infatti alcuna novità e, dunque, fa fede la raccomandazione già in vigore di Aifa per un suo «uso preferenziale per gli over60». Sono queste, in sintesi, le indicazioni che il ministro della Salute Roberto Speranza, ascoltato il Comitato tecnico scientifico (Cts), ha scelto di adottare e tradurre «in modo perentorio» - quindi con un’ordinanza o una circolare attuativa che arriverà a breve e obbligherà le Regioni ad adeguarsi - stravolgendo di fatto il già complesso piano vaccinale italiano.
AstraZeneca, seconda dose Pfizer o Moderna per gli under 60: i tempi per il richiamo, cosa cambia
La decisione
Una decisione difficile arrivata a tre giorni dall’inizio delle discussioni all’interno del Cts, proprio mentre nella Penisola continuano a montare le polemiche a seguito della trombosi che ha colpito Camilla Canepa, una ragazza ligure di 18 anni affetta da una malattia autoimmune e morta pochi giorni dopo la vaccinazione con AstraZeneca.
Burioni: «Sui vaccini comunicazione scellerata». E se la prende con Gianni Rivera
La campagna
Ma sono stati tanti i punti toccati in conferenza stampa. Dal canto suo ad esempio il generale Figliuolo non ha invece nascosto che la decisione di somministrare AstraZeneca solo agli over60 «avrà qualche impatto sul piano vaccinale», ma si è anche detto «sicuro che fra luglio e agosto riusciremo a mitigare questo impatto». Anche perché, ha spiegato il commissario Figliuolo, sarebbe un peccato rallentare ora che «Siamo quasi a 1 italiano su 2 che ha ricevuto la prima dose». Sullo stato attuale della profilassi è intervenuto anche il ministro Speranza, confermando come «Il 45% della popolazione ha ricevuto almeno una dose e quasi 1 su 4 ha ricevuto l’intero ciclo di vaccinazioni e ciò ha consentito di registrare tutta una serie di miglioramenti dei parametri epidemiologici. Siamo a 600 posti di terapie intensive - ha concluso - mentre ad aprile eravamo ad un numero 6 volte superiore».
Johnson&Johnson, nessuno stop al vaccino monodose. Locatelli: «Meno eventi avversi»
Gli adolescenti
A Locatelli invece, direttore del reparto di pediatria dell’ospedale Bambin Gesù, è stato chiesto di intervenire su un altro tema caldo, quello delle vaccinazioni agli adolescenti e agli under12. Nonostante il vaccino Pfizer sia già stato autorizzato dall’ente europeo dei medicinali (Ema) le autorità tedesche ne hanno limitato l’uso ai soli casi con patologie scatenando polemiche in tutta Europa. «In pediatria - ha spiegato Locatelli - la vaccinazione con l’unico vaccino approvato, Pfizer, ha il chiaro obiettivo di ridurre la circolazione vitale, di proteggere i soggetti in età pediatrica perché qualcuno potrebbe avere complicanze gravi e di proteggere chi vive a contatto con bambini. Quindi ci sono tutti i presupposti per condurre una campagna di vaccinazione anche in età pediatrica».
AstraZeneca, reazioni avverse: nessun caso di trombosi dopo seconda dose vaccino. Il rapporto Aifa
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Utilità Contattaci
Logout