SAN BENDETTO - Pochissime richieste di adeguamento al Piano di spiaggia, in gran parte appartenenti agli stabilimenti del primo comparto i cosiddetti chalet storici, sono pervenute presso gli uffici comunali. Conseguenza della scarsa chiarezza di regole e riferimenti in merito alla messa a norma della spiaggia in vista della prossima estate. Non a caso lunedì prossimo si terrà una commissione urbanistica per tornare a parlare della questione ombrelloni e dell’adeguamento degli chalet, summit al quale parteciperanno anche le associazioni di categoria.
Lo scorso 15 febbraio è scaduto il termine entro cui presentare le domande di adeguamento, non una scadenza perentoria, ma la data che il municipio aveva indicato per poter procedere con l’iter edilizio necessario a concedere maggiore arenile agli stabilimenti che ne avessero fatto richiesta.
Gabrielli: «Per me è tutto molto chiaro»
Per l’amministrazione non ci sarebbero aspetti da chiarire e lo stesso assessore Bruno Gabrielli spiega: «Per me è tutto molto chiaro. Se uno chalet si vuole adeguare è sufficiente che presenti la domanda. La richiesta di un numero maggiore di bagni in dotazione è l’effetto indotto dal fatto di modificare la propria consistenza demaniale, quindi più spiaggia a disposizione più servizi da possedere. Il numero dei bagni non è qualcosa che abbiamo deciso noi ma fa parte del Piano di spiaggia licenziato dall’amministrazione Gaspari nel 2010, parliamo di 13 anni fa quindi non c’è alcuna novità. Solo ora se ne accorgono? Dovrebbero ringraziarci del fatto che in pochi mesi siamo riusciti a fornire una soluzione e un’impostazione per consentire l’adeguamento».
I concessionari però continuano a lamentare come venga richiesta la realizzazione di bagni esterni agli chalet da reperire attraverso la trasformazione di cabine, con il problema che i casotti sono alti 2,10metri mentre i bagni dovranno essere alti almeno 2,40 metri. Inoltre rimarrebbe il nodo se ad adeguarsi dovranno essere tutti o solo coloro che andranno a rinnovare le proprie strutture. Senza dimenticare la spada di Damocle della Bolkestein che starebbe scoraggiando gran parte degli imprenditori balneari ad affrontare investimenti.